Dalla scuola al lavoro, un percorso di valore con le iniziative Education di Adecco

 

Tra i paesi UE, secondo gli ultimi dati forniti da Eurostat, l’Italia non solo è uno di quelli dove il problema degli abbandoni scolastici precoci rimane più consistente (12,7%), dopo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%), ma è anche quello con il più alto numero di NEET (acronimo di “Not in Education, Employment or Training”, utilizzato come indicatore della quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione): circa 3 milioni, con una prevalenza femminile di 1,7 milioni, il 25% sulla fascia d’età considerata. Una situazione che aggrava il problema dello skill mismatch, ossia il disallineamento e il gap tra le competenze effettivamente richieste dal mercato del lavoro e dalle aziende e quelle effettivamente in possesso dai lavoratori, dai candidati e dalle persone occupabili.

“Agire sugli studenti quando ancora stanno studiando diventa un modo non solo per contrastare queste problematiche ma anche per dare ai ragazzi e alle ragazze una percezione più chiara di quello che potrebbero fare grazie agli studi fatti (oppure “illuminarli” su quali nuovi percorsi di sviluppo di competenze concentrarsi)”, spiega Michela Santonastaso, Educational People Advisor di Adecco Italy. “Ciò che facciamo noi è creare una sorta di ‘sistema di rete di opportunità’, rendendo più consapevoli i giovani di quelle che effettivamente potrebbero essere le loro opportunità dopo il percorso di studi, anche avvicinandoli a conoscere le aziende del territorio”.

La strategia vincente si basa su un pilastro tanto semplice quanto potente: creare qualcosa di positivo e di valore per la comunità, generando opportunità per i ragazzi, le scuole, le aziende, il territorio.

“Come Adecco agiamo un po’ da ‘cerniera’, progettando percorsi che di volta in volta prendono forma e sostanza differenti, a seconda degli input delle scuole, dei professori, delle aziende e, naturalmente, dei ragazzi stessi che partecipano attivamente ai percorsi formativi ed esplorativi”, descrive Santonastaso. “Ad ogni progetto che avviamo si crea un team di lavoro con il quale si condividono progettualità, step, risultati. Le scuole, i professori, le persone delle aziende, diventano nostri colleghi e agiamo in modo unito con un obiettivo unico: dare valore al percorso formativo degli studenti”. 

 

Fare sistema generando valore per tutti

I percorsi Education messi a punto da Adecco mirano a generare valore per tutti gli attori coinvolti, dalle scuole agli studenti, passando per le aziende del territorio, in un ecosistema alimentato da un meccanismo virtuoso di collaborazione aperta. “I progetti nascono dalla collaborazione attiva e dal dialogo costante con le scuole, le università, le aziende”, dettaglia Santonastaso. “Con i referenti delle aziende spesso ideiamo dei veri e propri project work in cui gli studenti sono chiamati a ideare soluzioni o progettare qualcosa di concreto, sviluppando non solo competenze e abilità che solitamente non apprendono nel contesto scolastico, ma anche soft skill che emergono proprio grazie a queste esperienze, come la capacità di lavorare in gruppo, doti comunicative e di leadership, gestione del tempo e dei progetti...”.

“L’aspetto pi interessante è che, molto spesso, in questo slancio del ‘fare sistema’ si riescono a generare sinergie portando a bordo aziende che, sul mercato, sono tra loro competitor ma si uniscono in progetti di valore come quelli che sviluppiamo e coordiniamo proprio nell’ottica di unire forze ed intenti per generare qualcosa di utile e di valore per i giovani, in primis, ma anche per territorio, comunità, società e, naturalmente, anche per le aziende stesse: poter lavorare con gli studenti prima che siano effettivamente disponibili sul mercato del lavoro è un vantaggio per loro perché possono vedere all’opera quali sono i futuri professionisti talentuosi di cui potrebbero aver bisogno”, dice senza giri di parole Santonastaso.

Il valore per le scuole è evidente. “Poter contare su una partnership così stretta con Adecco significa per loro dare opportunità più ampie ai propri studenti, far vedere loro – e toccare con mano – realtà ed attività che altrimenti difficilmente riuscirebbero a conoscere, per lo meno non durante il tradizionale percorso di studi”, aggiunge ancora Santonastaso.

 

Dai talk ai contest di sfida e talent factor

“I nostri progetti non sono mai dei convegni o workshop tradizionali”, ci tiene a precisare Santonastaso entrando nel dettaglio delle attività e dei progetti ideati da Adecco, “non raggiungeremmo lo scopo vero che, come accennato, è gettare le basi per creare ecosistemi territoriali fruttuosi e di valore per tutti gli attori coinvolti e, soprattutto, per i giovani che si affacceranno al mondo del lavoro”.

Tra i progetti e le attività messe appunto da Adecco nell’ambito Education ci sono i cosiddetti Job Talks, le Sector Challenge, il Talent Factor...

“I Job Talks sono iniziative di dialogo e scambio nate con l’obiettivo di offrire ai giovani maggiore consapevolezza sul mondo del lavoro - spiega Santonastaso -. Si tratta di vere e proprie ‘interviste interattive’ che permettono ai ragazzi di incontrare alcuni professionisti delle aziende del territorio e di dialogare e confrontarsi con loro su temi ‘caldi’, quali le competenze del futuro, le prospettive di uno specifico settore industriale, il lavoro ai tempi del social recruiting e della digital reputation, le soft skills e le competenze trasversali”.

La Sector Challenge e il Talent Factor sono contest che permettono ai giovani di mettersi alla prova e confrontarsi su veri e propri project work e progetti di industrializzazione reale. “Con questo tipo di iniziative gli studenti hanno la possibilità di ‘respirare’ l’ambiente aziendale, di cooperare con i professionisti e di imparare in modo attivo come si progetta o realizza qualcosa di concreto nelle aziende”.

I numeri parlano da soli e dimostrano il successo di queste iniziative: nel corso del 2022, Adecco ha realizzato numerosi progetti di orientamento scolastico, che hanno permesso di portare avanti iniziative in tutto il Paese e coinvolgere circa 30mila studenti in 250 istituti. Non solo, attraverso questi progetti che mirano al dialogo tra scuole e aziende, Adecco punta ad assumere, nel 2023, almeno 500 ragazzi e ragazze con contratto a tempo indeterminato.

“Personalmente trovo che questi progetti e percorsi siano di grande valore per i ragazzi non solo perché acquisiscono competenze e abilità nuove, ma anche – e soprattutto – perché acquisiscono maggiore consapevolezza di sé, fondamentale per fare scelte importanti come quella di decidere cosa fare dopo gli studi... cosa per nulla banale”, conclude Santonastaso.

 

Un talent factor per periti informatici, la voce della scuola

Un concreto esempio di quanto raccontato da Michela Santonastaso, Educational People Advisor di Adecco Italy, in merito alle iniziative di Adecco per contribuire significativamente a ridurre lo skill mismatch nonché i tassi di abbandono scolastico ed il rischio di aumento dei NEET, lo offre Pieranna D’Alberti, professoressa in Computing Science all’Istituto Tecnico Industriale Statale "E.Torricelli" di Milano, la quale ha attivamente contribuito a sviluppare con Adecco una iniziativa di Talent Factor per i propri studenti, futuri periti informatici nel mondo del lavoro.

“Tra il nostro Istituto e Adecco c’è una solida relazione da anni, soprattutto per la parte di ricerca dei talenti”, esordisce D’Alberti. “Relazione che si è poi evoluta con la partecipazione ad una challenge sviluppata insieme ad una grande azienda del settore informatico, opportunità che ha da subito catturato la nostra attenzione perché l’abbiamo immediatamente vista come occasione utile per consentire agli studenti di ‘usare’ l’azienda come ponte per iniziare a guardare il mondo del lavoro”.

Quella ideata per l’Istituto Tecnico Industriale Statale "E.Torricelli" di Milano è stata una iniziativa ad hoc per periti informatici e delle telecomunicazioni, nello specifico per gli studenti delle quinte classi. “I ragazzi hanno potuto confrontarsi in modo aperto con i professionisti dell’azienda ed i professori – spiega la professoressa D’Alberti – e sono stati impegnati in modo attivo e diretto nella progettazione di un apparato SIEM (Security Information and Event Management), potendo così vedere applicate nella pratica alcune nozioni teoriche che avevano studiato sui banchi di scuola. E posso dire con un certo orgoglio che gli studenti selezionati per il talent, durante gli esami finali per la maturità, hanno ottenuto tutti risultati eccellenti e persino riconoscimenti importanti da parte della commissione d’esame”.

Nella pratica, gli studenti sono stati chiamati a realizzare un sistema SIEM locale basato su soluzioni open source, usando sistemi e applicazioni che solitamente a scuola non usano. I ragazzi dell’Istituto Torricelli di Milano hanno ideato un sistema IPS - Intrusion Prevention System per prevenire gli attacchi informatici... ed hanno vinto il contest!

Alcuni degli studenti hanno anche poi avuto l’opportunità di sostenere colloqui di lavoro con l’azienda che ha aderito all’iniziativa, “cosa non dovuta e per nulla scontata!”, ci tiene a sottolineare la professoressa, “segno innegabile che alcuni studenti hanno mostrato competenze adeguate e di interesse per l’azienda che li ha visti all’opera”.

“La scuola non deve trasferire solo nozioni e conoscenza, deve anche aiutare i giovani a sviluppare soft skill e, nel caso di un Istituto come il nostro, allenare attitudini e abilità di problem solving: i ragazzi devono imparare a sapersi districare nei problemi, a cercare soluzioni. Noi insegnanti, in questo contesto, abbiamo una missione importante, dobbiamo essere facilitatori di una transizione, vitale per i ragazzi”, sono le parole di D’Alberti, che aggiunge: “Io sono soddisfatta quando riesco a trasferire qualcosa e ad aiutare i ragazzi a saperne sempre più di me... e con iniziative come queste so di poterci riuscire. L’unico rammarico è stato dover selezionare solo alcuni studenti sapendo che le ragioni nella scelta della rosa non avevano nulla a che fare con minori o maggiori capacità: abbiamo selezionato coloro che sapevamo avrebbero potuto completare bene il progetto, lasciando invece altri studenti liberi di concentrarsi su altre attività e gli studi. Devo dire poi che i ragazzi che hanno preso parte al talent ci hanno stupito, abbiamo scoperto skills in loro che nemmeno sapevamo potessero far emergere”.

L’esigenza primaria della scuola è aiutare i ragazzi ad entrare in contatto con professionisti esterni, “noi professori non possiamo dare le stesse conoscenze e competenze di chi lavora in azienda”, sottolinea la professoressa, “ma possiamo contribuire nel disegnare percorsi e iniziative che vanno in questa direzione. Personalmente, mi aspetto che i ragazzi colgano le reali necessità del mondo lavorativo non solo perché lo diciamo a scuola, ma perché le vedono e le sentono... se da un lato è vero che la scuola non deve preparare al centimetro le figure professionali, è altrettanto vero che la scuola ha un obbligo morale nel formare capacità di ‘autovalutazione’ dei ragazzi, affinché possano capire che futuro intraprendere, scolastico-universitario o lavorativo. Ecco perché è fondamentale che i progetti come quelli di Adecco crescano e si espandano sempre più”.