Secondo un sondaggio condotto da Screen Education, i dipendenti sprecano in media più di due ore al giorno a causa dello smartphone. E, ad esserne inficiata, è anche la produttività.
La maggior parte dei dipendenti usa lo smartphone sul lavoro per consultare i social network, per controllare la posta elettronica privata, per navigare su siti di sport e intrattenimento, per compiere acquisti e per giocare online.
Ma cosa dice la normativa, in proposito? Si può tenere il cellulare sul posto di lavoro, e quando si è passibili di richiamo?
Il ruolo del regolamento aziendale
Ogni azienda può stabilire un suo regolamento in merito all’utilizzo del cellulare sul posto di lavoro.
Prima, però, è bene fare una distinzione tra cellulare aziendale e cellulare personale.
In genere, il cellulare aziendale può essere usato solamente per lo svolgimento della propria attività lavorativa: per chiamare e inviare e-mail ai clienti, per essere reperibile durante una trasferta, per accedere ad applicazioni aziendali come gli strumenti di comunicazione interna o la gestione delle attività. Sul regolamento interno, è possibile trovare indicazioni in merito all’accesso a siti Internet o app non correlate al lavoro, sull’uso del cellulare aziendale per finalità personali, e sulle chiamate e i messaggi al di fuori dell’orario lavorativo.
Il cellulare personale, invece, è di norma vietato sul lavoro. O meglio: è vietato il suo utilizzo, ma non può esserne vietata la custodia (specialmente in modalità silenziosa). I divieti imposti dal regolamento interno devono infatti essere ragionevoli, e non devono ledere il diritto della persona. Se usare lo smartphone mentre si lavora causa distrazioni, mina le performance del dipendente e può essere un rischio per la riservatezza e la sicurezza dell’organizzazione, il suo utilizzo per situazioni d’emergenza e durante le pause deve essere consentito.
Cosa dice la Legge
Non esiste una Legge che regolamenta l’uso del cellulare sul posto di lavoro, e non vi sono regole univoche neppure nella contrattazione collettiva. Tuttavia, diverse sentenze della Cassazione forniscono utili indicazioni.
Secondo la Giurisprudenza, un utilizzo momentaneo e temporaneo dello smartphone non può essere causa di licenziamento. Tuttavia, molto dipende dalla mansione. Se l’autista di un pullman usa il cellulare mentre guida, mette in atto un comportamento pericoloso che può avere gravi conseguenze disciplinari. Se a dare una veloce occhiata alle mail è un impiegato che lavora al pc, le conseguenze in cui incorre sono molto meno gravi.
In caso non si rispetti il regolamento aziendale, il richiamo disciplinare è comunque possibile. Anche se, come stabilito più volte dalla Cassazione, la sanzione deve essere di natura conservativa. Questo, a meno che l’inadempimento da parte del lavoratore non sia tanto grave da poter comportare un licenziamento per giusta causa.
Come espresso anche dal Tribunale di Milano, il licenziamento disciplinare è infatti legittimo se il dipendente usa ripetutamente il cellulare per scopi futili recando danno al datore di lavoro e dedicando a tale pratica una parte del suo orario lavorativo.
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