I permessi di lavoro e i congedi non sono gli unici strumenti di astensione dal lavoro di cui il dipendente può usufruire. Sia nel settore pubblico che nel settore privato, è un diritto del lavoratore richiedere un periodo di aspettativa (che può essere retribuita o non retribuita, a seconda delle situazioni).
Aspettativa dal lavoro: che cos’è
L’aspettativa consiste nella possibilità per il lavoratore subordinato di assentarsi dal lavoro, anche per un periodo medio-lungo, conservando il suo impiego, e senza incorrere in sanzioni disciplinari o nel licenziamento.
L’aspettativa può essere richiesta:
- per assistere familiari disabili (Legge 104): i genitori con figli fino a 12 anni, in condizione di handicap grave, possono chiedere un'aspettativa retribuita fino a 3 anni;
- per svolgere il mandato a seguito dell’assunzione di cariche pubbliche elettive: l’aspettativa non è retribuita, ma consente di conservare il proprio posto di lavoro;
- quando si viene ammessi ad un dottorato: in questo caso, l’aspettativa viene riconosciuta solo ai dipendenti pubblici, a patto che abbiano conseguito il titolo di dottore di ricerca o siano iscritti a corsi di dottorato per almeno un anno accademico (l’aspettativa è retribuita solo in caso di dottorati senza borsa);
- per avviare un’attività imprenditoriale o professionale: l’aspettativa, anch’essa riservata ai dipendenti pubblici, non può eccedere i 12 mesi;
- ricongiungimento con il coniuge all’estero (aspettativa non retribuita);
- formazione: i lavoratori con almeno cinque anni di anzianità presso l’impresa hanno diritto ad un’aspettativa non retribuita di 11 mesi, anche frazionati;
- volontariato, e dunque per attività di soccorso e assistenza a seguito di calamità e catastrofi, oppure per partecipare ad attività di pianificazione delle emergenze: l’aspettativa può durare fino a 30 giorni nell’arco di un anno, con retribuzione a carico dell’autorità di protezione civile competente;
- accedere alle terapie di disintossicazione offerte dal SSN.
L’aspettativa per motivi personali
I lavoratori con contratto a tempo indeterminato possono chiedere inoltre un’aspettativa di 12 mesi per particolari motivi personali o familiari. Non retribuita, l’aspettativa può essere anche frazionata. Esempi di aspettativa per motivi personali sono la nascita di un nipotino, la ristrutturazione della casa. Non è infatti necessario che si verifichi un evento grave: è sufficiente il sussistere di una situazione che il lavoratore giudica di particolare rilievo, e che può soddisfare solamente astenendosi dal lavoro.
In caso di aspettativa non retribuita per motivi personali, dunque, il lavoratore non percepisce alcuno stipendio e non beneficia degli scatti d’anzianità, non versa i contributi previdenziali e non matura ferie.
La richiesta deve essere avanzata al proprio datore di lavoro, o all’ufficio Risorse Umane presenti in azienda, seguendo i termini previsti dal Contratto Collettivo di riferimento.
La richiesta deve contenere:
- la durata dell’aspettativa;
- le motivazioni;
- le eventuali richieste aggiuntive (es. unione di ferie e permessi al periodo d’aspettativa).
L’aspettativa per motivi personali può essere richiesta dai lavoratori con contratto a tempo indeterminato, dipendenti pubblici e privati, compatibilmente con le esigenze organizzative o di servizio dell’azienda. Sono esclusi:
- i lavoratori a tempo determinato;
- i lavoratori con contratto di formazione e lavoro.
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