Gli obiettivi cambiano nel tempo, è normale. Altrettanto ordinario è che, in alcuni periodi dell’anno, il lavoro sia più stressante che in altri. Talvolta, però, la stanchezza nasconde un malcontento più profondo. Quando è il momento di cambiare lavoro, dunque? Quali sono i campanelli d’allarme che ci indicano che - nella nostra carriera - qualcosa si è inceppato?
Sei spesso stanco e stressato
Se hai perso l’entusiasmo che un tempo avevi e il senso del dovere è l’unico motivo per cui ti rechi a lavoro, dovresti fermarti a riflettere. Specialmente se, a queste sensazioni, si sommano disturbi del sonno, attacchi d’ansia o ira e sintomi depressivi. Quando i livelli di stress aumentano in modo eccessivo, infatti, il corpo invia alcuni “segnali d’allerta”.
Lo stress non inficia solo l’umore: compromette anche il sistema immunitario, rendendolo più suscettibile a disturbi respiratori e gastrointestinali. Prova ad ascoltare quello che il corpo cerca di dirti: se la causa del tuo malessere è il lavoro, probabilmente è giunto il momento di cambiarlo.
Non credi più nell’azienda e/o nella sua Mission
Quando si comincia a lavorare in una nuova azienda, ci si sente pieni d’entusiasmo e di possibilità e si avverte un senso di orgoglio e di appartenenza. Tuttavia, può succedere che, a un certo punto, l’atmosfera cambi, e che si perda la propria convinzione nel progetto o che la fiducia nei confronti dell’organizzazione venga a meno.
Può succedere a seguito di decisioni commerciali o strategiche non condivise, di cambiamenti gestionali oppure, semplicemente, perché cambia il proprio modo di pensare e i valori dell’azienda non combaciano più con i propri.
La mancanza di valori condivisi è tra le motivazioni che più spesso conducono a un cambiamento lavorativo.
Mentre lavori, hai sempre l’occhio sull’orologio
Durante i primi tempi, in un nuovo posto di lavoro, è facile svegliarsi entusiasti per la giornata a venire. Si intraprendono progetti extra e gli straordinari si accettano di buon grado.
Se ora scegli di lavorare il minimo indispensabile, piuttosto che individuare opportunità di crescita, o trascorri la tua giornata con l’occhio fisso all’orologio, significa che l’entusiasmo iniziale è scomparso. Probabilmente il tuo datore di lavoro o il tuo responsabile non hanno saputo tracciare un percorso di carriera adatto a te o magari sono mutati nel tempo i tuoi obiettivi. Cambiare posto di lavoro può essere la scelta giusta: tutti meritano di lavorare con entusiasmo, in un’azienda in cui sentiamo di poter fare la differenza.
Le tue Skills non combaciano più con i tuoi interessi
A volte le persone vengono assunte per svolgere mansioni in cui sono davvero brave ma che non amano particolarmente fare. Anche se non sempre ammetterlo è facile, è naturale voler allineare i propri interessi personali con la professione svolta. Ed è consigliabile farlo il prima possibile: procrastinando, si accresce la propria competenza ed esperienza in un lavoro poco affine ai propri interessi, rendendo il cambiamento più complesso in futuro.
Cambiare posto di lavoro, o scegliere di lavorare in proprio per seguire la propria passione può spaventare ma, alla lunga, regala soddisfazioni impareggiabili.
Non ti senti riconosciuto
Uno dei motivi che più frequentemente inducono a cambiare lavoro è il non sentirsi riconosciuti: magari le tue opinioni vengono regolarmente ignorate, non sei stato preso in considerazione per una promozione che sapevi di meritare o le relazioni all'interno del team di lavoro non sono più cordiali e collaborative come in passato.
Se hai già fatto tutto il possibile per migliorare la situazione ma le cose continuano a non andare bene, non indugiare a voltare pagina dal punto di vista professionale.
Ogni quanto cambiare lavoro?
Spesso cambiare lavoro è l’unica soluzione per uscire dall’impasse e per tornare a essere soddisfatti della propria carriera. Tuttavia, secondo gli esperti, bisognerebbe aspettare due anni prima di rassegnare le dimissioni (salvo gravi accadimenti o sopraggiunte necessità): 24 mesi è infatti il tempo minimo per acquisire competenze poi spendibili in fase di ricollocamento.
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