Capire a che età si va in pensione è una domanda che ogni lavoratore si pone prima o poi, specialmente in un contesto di incertezza normativa e cambiamenti demografici come quello del nostro Paese. La questione non riguarda solo chi è vicino all’età pensionabile, ma interessa anche i giovani e i lavoratori di mezza età, che desiderano pianificare il proprio futuro in modo più consapevole.
Nel 2025, il sistema pensionistico italiano presenta alcune conferme e novità, in particolare per quanto riguarda l’età di uscita dal lavoro, i requisiti contributivi e le misure di flessibilità in uscita. Inoltre, il confronto con altri Paesi europei può offrire utili spunti per valutare le politiche adottate in contesti simili al nostro.
Pensione di vecchiaia: età minima e contributi necessari
La forma base di pensionamento resta quella di vecchiaia, regolata dalla Legge Fornero e successivi aggiornamenti.
Quanti anni bisogna lavorare per poter andare in pensione?
Nel 2025, per ottenere la pensione di vecchiaia sono richiesti:
- 67 anni di età anagrafica;
- almeno 20 anni di contributi previdenziali versati;
Questi requisiti rimarranno stabili almeno fino al 2026, grazie alla sospensione dell’adeguamento automatico alla speranza di vita introdotto dall’ultima Legge di Bilancio. Questo significa che chi compie 67 anni nel 2025 e ha almeno 20 anni di contributi potrà accedere regolarmente alla pensione, a condizione che non sussistano situazioni particolari (es. pensione integrata al minimo, requisiti parziali, ecc.).
Pensione anticipata: quando si può uscire prima?
La normativa italiana prevede anche diverse forme di pensione anticipata, per chi ha maturato un certo numero di anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Pensione anticipata ordinaria
Attualmente, possono accedere a questa misura:
- gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi;
- le donne con 41 anni e 10 mesi.
Questa forma di pensionamento non prevede limiti d’età ma richiede una lunga storia contributiva. È adatta quindi soprattutto a chi ha iniziato a lavorare molto giovane.
Quota 103: confermata anche nel 2025
Introdotta nel 2023 e prorogata anche per il 2025, la Quota 103 consente di andare in pensione con:
- 62 anni di età;
- 41 anni di contributi.
Va tuttavia ricordato che questa opzione prevede un tetto massimo all’importo della pensione, pari a 5 volte il trattamento minimo fino al raggiungimento dei 67 anni. Per questo motivo, non è sempre conveniente per chi ha retribuzioni elevate.
Misure speciali: Opzione Donna e Ape Sociale
Nel 2025 saranno attive anche alcune misure dedicate a categorie specifiche di lavoratori:
- Opzione Donna: accessibile alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età, solo in presenza di determinate condizioni (invalidità, assistenza a familiari disabili, lavori gravosi).
- Ape Sociale: destinata a chi ha almeno 63 anni di età e 30-36 anni di contributi, in situazioni di disagio (lavoratori in disoccupazione, caregiver, invalidi civili, ecc.). Non è una pensione vera e propria, ma un’indennità ponte fino alla pensione di vecchiaia.
Cosa cambia nel 2025 per le pensioni
Nel 2025 non ci saranno aumenti dell’età pensionabile ma il tema delle pensioni resta centrale nel dibattito politico. Le principali novità previste o discusse includono:
- revisione dei requisiti per l’anticipo pensionistico;
- maggiore attenzione al destino previdenziale dei lavoratori giovani e discontinui;
- incentivi alla pensione integrativa tramite fondi privati;
- proposte per introdurre un meccanismo di flessibilità in uscita tra i 63 e i 67 anni.
Al momento, però, nessuna di queste proposte è ancora diventata legge.
A che età si va in pensione in Europa?
Il confronto con altri Paesi europei può aiutare meglio a contestualizzare la situazione italiana.
Francia
- Età pensionabile: 64 anni (con riforma 2023);
- Contributi richiesti: 43 anni per pensione piena;
- Deroghe per carriere lunghe o lavori usuranti.
Germania
- Età pensionabile: 66 anni, in aumento progressivo verso i 67;
- Contributi richiesti: almeno 5 anni, ma 45 per uscita anticipata senza penalità.
Svizzera
- Età pensionabile: 65 anni per gli uomini, 64 per le donne (in aumento);
- Anticipo possibile da 62 anni con riduzione dell’assegno.
Come si vede, l’Italia si colloca nella fascia alta per l’età pensionabile, ma offre più strumenti di flessibilità rispetto ad altri contesti.
Pensione contributiva per i giovani: un tema chiave
Uno degli aspetti più delicati del sistema previdenziale riguarda i giovani lavoratori, inquadrati nel cosiddetto sistema contributivo puro (chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1996). Per questa categoria:
- la pensione di vecchiaia può scattare a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, ma solo se l’importo raggiunge un valore minimo (almeno 1,5 volte l’assegno sociale);
- in caso contrario, l’età può salire fino a 71 anni, con soli 5 anni di contributi effettivi.
È quindi fondamentale che i giovani conoscano i propri diritti previdenziali e valutino l’adesione a soluzioni aggiuntive, come ad esempio un fondo pensione integrativo, per evitare di andare incontro a trattamenti economici insufficienti.
Consigli utili per pianificare il pensionamento
Ecco, quindi, alcune indicazioni per affrontare la pensione con maggiore serenità:
- controlla la tua posizione contributiva tramite il cassetto previdenziale INPS;
- tieni conto di tutte le forme previdenziali che hai accumulato (INPS, ex INPDAP, casse professionali);
- valuta simulatori online o l’assistenza di un patronato per conoscere le tue opzioni;
- inizia a costruire una pensione integrativa il prima possibile, se sei giovane o con una carriera discontinua.
Conclusioni: informarsi è il primo passo verso il futuro
In un sistema complesso come quello italiano, sapere a che età si va in pensione non è solo una curiosità ma un vero e proprio atto di responsabilità verso il proprio futuro. I requisiti cambiano, le formule si moltiplicano e ogni percorso lavorativo è diverso.
Conoscere tutte le opportunità, i vincoli e gli strumenti disponibili oggi permette a ogni lavoratore di prendere decisioni più consapevoli, pianificare con anticipo e garantirsi un’uscita dal mondo del lavoro dignitosa e serena.
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