Job Hopping: si può fare carriera cambiando spesso lavoro?

Con il termine "Job Hopping” si intende la pratica di cambiare frequentemente lavoro o di fare un elevato numero di esperienze lavorative in un periodo di tempo relativamente breve.

La tendenza arriva dall’America, e riguarda principalmente i millennials, le persone nate fra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. A guidarli è la volontà di migliorarsi sempre, in termini di stipendio ma anche e soprattutto di equilibrio tra vita professionale e vita privata. Secondo le stime, negli Stati Uniti i più giovani cambiano una media di 2,85 posti di lavoro nei primi cinque anni successivi alla laurea: la generazione precedente è ferma a 1,6.

In Italia, la situazione è influenzata da un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 23% e dall’immobilità degli stipendi. Ma il Job Hopping conviene davvero? Può aiutare a fare carriera, ed esiste un modo giusto per farlo?

I vantaggi del Job Hopping

Vediamo quali sono i vantaggi del fenomeno dello Job Hopping.

Stipendio più alto

Il più delle volte, i professionisti cambiano lavoro per ottenere uno stipendio più alto: a volte può risultare più veloce contrattare un compenso più elevato con un nuovo datore di lavoro, piuttosto che attendere un aumento nell’attuale posto di lavoro. Pertanto, il Job Hopping si traduce spesso in un aumento della retribuzione.

Ampliamento delle esperienze

Lavorando in diverse aziende e settori, si imparano nuove competenze che altrimenti non si riuscirebbe ad acquisire trascorrendo l’intera carriera nello stesso posto. Il Job Hopping è dunque un utile sistema per crescere professionalmente, apprendendo nuove competenze e facendo nuove esperienze.

Miglioramento della capacità di adattarsi

È molto più facile adattarsi ed essere flessibili quando si ha avuto a che fare con molti ambienti di lavoro. Grazie al Job Hopping, il lavoratore può migliorare le sue capacità interpersonali e costruire relazioni migliori con il team in cui viene inserito.

Ampliamento del network

Costruire un network, per un professionista, è molto importante. Se si lascia la vecchia azienda mantenendo buoni rapporti, un giorno quei contatti potrebbero tornare di nuovo utili.

Maggiore conoscenza di sé

Mettersi alla prova in diversi ambienti consente di capire più chiaramente cosa è affine alla propria personalità e obiettivi, ma anche di conoscere più a fondo i propri punti forti e i propri punti deboli, le skill possedute e i limiti di cui tenere conto.

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Gli svantaggi del Job Hopping

Accanto ai vantaggi del Job Hopping, è necessario considerare anche gli svantaggi.

Nella maggior parte dei casi, i datori di lavoro non vedono di buon occhio chi cambia lavoro troppo di frequente: quando un’azienda assume un nuovo dipendente, fa un investimento significativo su di lui. Se il nuovo assunto dopo poco tempo lascia il suo posto, quell’investimento va sprecato.

Inoltre, è possibile che il Job Hopping abbia un impatto negativo sulle proprie referenze e sul proprio network, se si lascia il lavoro in cattivi rapporti.

I più grandi svantaggi del Job Hopping sono però due: innanzitutto, se non si resta abbastanza a lungo in un posto di lavoro, non c’è modo di creare un rapporto profondo con l’azienda né di vedere il valore aggiunto portato. Saltare da un lavoro all’altro può essere estenuante, e può far perdere interesse nella propria carriera. Per questo motivo è consigliabile non solo guardare altrove ma anche negoziare condizioni migliori con l’attuale datore di lavoro.

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