Lavorare in proprio è un’ambizione di molti, ma i dubbi sono numerosi: come iniziare a lavorare in proprio? E com’è regolamentato il lavoro autonomo?
Prima di tutto, è bene sapere chi sono i lavoratori autonomi. L’ordinamento italiano prevede infatti due diverse modalità d’impiego:
- il lavoro subordinato
- il lavoro autonomo
I lavoratori subordinati svolgono la propria attività sotto la direzione e il controllo del datore di lavoro e sono chiamati a lavorare per un certo numero di ore come stabilito dal contratto di lavoro.
Il lavoratore in proprio, invece, può gestire in autonomia il suo tempo e assume un’obbligazione di risultato nei confronti del committente. Il suo obiettivo, quindi, è quello di realizzare un’opera o un servizio entro i termini pattuiti con il cliente.
Lavorare in proprio: i diritti del lavoratore autonomo
Il lavoro in proprio, a differenza di quello subordinato, non gode del diritto alle ferie, di permessi, di giorni di riposo, di una retribuzione proporzionata e sufficiente e di una durata massima dell’orario lavorativo.
La tutela è decisamente inferiore rispetto a quella dei lavoratori subordinati, sebbene il Jobs Act degli autonomi abbia introdotto alcune novità:
- l’applicazione del decreto legislativo n. 231/2002 sul ritardo nei pagamenti anche alle transazioni commerciali tra lavoratori autonomi e amministrazioni pubbliche;
- l'abusività delle clausole che danno al solo committente la possibilità di modificare le condizioni del contratto di lavoro autonomo;
- il trattamento economico per congedo parentale fino a sei mesi, entro i primi tre anni di vita del bambino, per i lavoratori iscritti alla gestione separata;
- l’equiparazione della malattia domiciliare con la degenza ospedaliera, per gli iscritti alla gestione separata INPS che versano lo 0,72% aggiuntivo.
Lavoratore in proprio: i settori in cui opera
Il lavoratore autonomo può operare in numerosi settori: l’artigianato, il commercio, le libere professioni (architetti, ingegneri, avvocati, giornalisti, ecc.).
Per chi si chiede poi come lavorare in proprio online, è bene sapere che tanti sono i professionisti del mondo Digital oggi sempre più richiesti dalle aziende, anche con Partita IVA.
Cosa serve per lavorare in proprio?
A prescindere dal settore, per lavorare in proprio è necessario aprire una Partita IVA e scegliere in che regime operare.
Il regime forfettario è riservato ai redditi sotto i 65.000 euro/anno: il lavoratore autonomo, in questo caso, non è assoggettato all’IVA, agli studi di settore e nemmeno alla tenuta dei registri contabili. Paga un’aliquota IRPEF del 5% per i primi cinque anni, e poi del 15%.
Il regime ordinario, invece, presenta le seguenti aliquote IRPEF:
- 23% per redditi fino a 15.000 euro;
- 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
- 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
- 43% per redditi oltre 50.000 euro.
Affinché si possa parlare di lavoro autonomo, per arginare il fenomeno delle false Partite IVA, l’ordinamento italiano prevede che:
- non vi sia un rapporto subordinato col committente;
- l’attività venga svolta prevalentemente in proprio e dietro compenso;
- il committente non coordini i lavori.
Fatta chiarezza su come funziona il lavoro autonomo, se sei alla ricerca di un lavoro in proprio, Adecco è il partner perfetto per te. Numerose sono infatti le offerte di lavoro con Partita IVA disponibili sulla nostra sezione offerte del sito web.
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