Quello tra maternità e lavoro è un tema da sempre dibattuto. Soprattutto quando la maternità in Italia viene confrontata con i diritti delle mamme lavoratrici in altri Paesi (Nord Europa in primis).
Ma quali sono le tutele per le mamme lavoratrici? Cosa stabilisce la legge per chi aspetta un bambino ed è assunta con un contratto a tempo determinato o indeterminato? E che cosa può fare chi svolge invece un lavoro autonomo?
Introduzione al Decreto Legislativo 151 del 2001
Innanzitutto, iniziamo con il dire che il Decreto Legislativo 151 del 2001, noto anche come "Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità", è la normativa di riferimento che disciplina diritti e tutele per le lavoratrici in gravidanza e per i genitori.
La norma garantisce un equilibrio tra vita lavorativa e familiare, proteggendo la salute della madre e del bambino.
Principali diritti delle lavoratrici in gravidanza
Di seguito riportiamo i principali diritti che spettano alle donne lavoratrici che aspettano un bambino.
- Congedo di maternità: le lavoratrici hanno diritto a un congedo di maternità obbligatorio di 5 mesi, che può essere suddiviso in 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo, oppure 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo, oppure, a seconda delle condizioni di salute della madre e del bambino, anche 5 mesi dopo la nascita del bambino.
- Indennità di maternità: durante il congedo di maternità, le lavoratrici ricevono un'indennità pari all'80% della retribuzione media giornaliera fatta salva la possibilità del datore di lavoro di integrarla al 100 per cento.
- Tutela della salute: le lavoratrici in gravidanza hanno diritto a visite mediche retribuite e a condizioni di lavoro che non mettano a rischio la loro salute e quella del bambino.
La maternità in Italia: l’astensione obbligatoria dal lavoro
Dopo la sicurezza, un altro fondamentale strumento in tema di diritti delle mamme lavoratrici è il già menzionato congedo di maternità. Un tema, questo, che riguarda sia il rapporto tra maternità e lavoro a tempo determinato che il rapporto tra maternità e lavoro a tempo indeterminato. Entrambi i contratti di lavoro prevedono l’obbligo di astensione dal lavoro come sopra indicato.
Maternità anticipata
Un caso particolare è rappresentato dalla gravidanza a rischio che si applica in presenza di:
- complicanze gravi della gravidanza o malattie preesistenti che lo stato di gravidanza ha aggravato;
- condizioni di lavoro che possono compromettere la salute della donna e del bambino;
- attività lavorativa particolarmente gravosa e impossibilità di cambiare ruolo lavorativo alla donna.
In presenza di una gravidanza a rischio, la futura mamma avanzerà all'ASL la richiesta di maternità anticipata allegando il certificato rilasciato dal suo ginecologo. Se ad essere pericolose sono le mansioni o le condizioni di lavoro, la richiesta è avanzata dal datore di lavoro all’Ispettorato del Lavoro.
Maternità e retribuzione
La retribuzione della maternità obbligatoria, così come della maternità anticipata, è dell’80% della retribuzione (calcolata sull’ultima busta paga precedente l’inizio del congedo).
Eventualmente, il periodo di astensione dal lavoro può proseguire con la richiesta del congedo parentale facoltativo. Una possibilità, questa, riconosciuta ai genitori con bambini fino a 12 anni per un periodo non superiore a 10 mesi (usufruibili per intero da un solo genitore, o suddivisibili tra i due). Il congedo parentale facoltativo è indennizzato al 30% Inserisci il link al sito sul congedo.
Lavoro autonomo o part-time: quali sono i diritti delle mamme lavoratrici?
In tema di maternità e lavoro part time, è bene sapere che la tutela è la medesima delle lavoratrici a tempo pieno: vale dunque l’obbligo di sicurezza e quello di astensione dal lavoro per cinque mesi.
Come comunicare la gravidanza al lavoro: la documentazione
È necessario presentare la documentazione medica che attesti la gravidanza e le relative richieste di congedo.
Le richieste devono essere presentate al datore di lavoro e all'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) secondo le modalità previste dalla legge.
Quali sono gli altri obblighi del datore di lavoro?
Oltre agli obblighi elencati fin qui, il datore di lavoro di una lavoratrice in gravidanza deve rispettare anche i seguenti:
- Comunicazione: il datore di lavoro deve informare le lavoratrici sui loro diritti e doveri in materia di maternità.
- Adattamento delle condizioni di lavoro: se necessario, il datore di lavoro deve adattare le condizioni di lavoro per garantire la sicurezza della lavoratrice in gravidanza.
Protezione del posto di lavoro
Un altro tema importante in fatto di “gravidanza e lavoro” è quello del rientro al lavoro. Al termine del congedo di maternità, le lavoratrici hanno diritto a rientrare nella stessa posizione lavorativa o in una equivalente.
Diritti dei padri
Infine, oltre ai diritti e alle tutele riservate alle donne in gravidanza, il Decreto Legislativo 151 del 2001 prevede anche diritti e tutele per i papà lavoratori.
- Congedo di paternità: i padri hanno diritto a un congedo di paternità di 10 giorni lavorativi, da fruire entro i primi 5 mesi dalla nascita del bambino.
- Congedo parentale: in generale entrambi i genitori possono usufruire del congedo parentale fino a un massimo di 10 mesi complessivi, con un'indennità pari al 30% della retribuzione.
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