L’invalidità civile viene riconosciuta alle persone affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, tali per cui la loro capacità lavorativa si è ridotta del 33% o più. Gli invalidi per cause di lavoro, di guerra e di servizio, le persone cieche o sorde, non sono considerati invalidi civili e godono di benefici diversi.

L'invalidità lavorativa è una condizione che riguarda specificamente la capacità di una persona (con una condizione di malattia, infortunio o disabilità) di svolgere un'attività lavorativa remunerata.

La differenza tra invalidità civile e invalidità previdenziale

La differenza tra invalidità civile e invalidità previdenziale riguarda principalmente l'ambito in cui vengono riconosciute e le agevolazioni che comportano.

L'invalidità civile è una condizione riconosciuta dalle autorità competenti, che attesta una riduzione permanente della capacità lavorativa e funzionale di una persona, sulla base di criteri medici e amministrativi fissati dalla Legge.

L'invalidità previdenziale è regolata dal sistema pensionistico e previdenziale. Viene riconosciuta quando una persona non è in grado di svolgere l'attività lavorativa abituale a causa di una malattia, di un infortunio o di una disabilità. La valutazione dell'invalidità previdenziale viene effettuata dall'INPS. Per ottenere l'invalidità previdenziale, è necessario essere iscritti a un regime previdenziale specifico, come l'assicurazione generale obbligatoria (AGO) o un fondo pensione complementare.

L’ordinamento italiano prevede diverse misure a sostegno degli invalidi civili e degli inabili con versamenti contributivi. Da un lato ci sono la pensione di inabilità civile e l’assegno mensile per gli invalidi civili, dall’altro la pensione di inabilità o l’assegno ordinario di invalidità per chi ha versato contributi.

Le prestazioni, che non possono essere cumulate tra loro, hanno origini diverse:

  • le misure a sostegno degli invalidi civili hanno finalità assistenziali, e non prevedono alcun rapporto assicurativo ma solamente un requisito di reddito;
  • le misure proprie dell’invalidità previdenziale si basano sul rapporto con l’INPS (o con un altro ente assicuratore), sono giustificate dai contributi versati e non prevedono requisiti di reddito.

Che cos’è l’invalidità pensionabile?

L'invalidità pensionabile fa riferimento alla possibilità di ottenere una pensione di invalidità. Per ottenere l'invalidità pensionabile è necessario essere iscritti a un regime previdenziale specifico. La valutazione dell'invalidità pensionabile viene effettuata dall'INPS attraverso le Commissioni Mediche Locali.

Se una persona viene riconosciuta invalida al punto da non poter svolgere l'attività lavorativa abituale, può avere diritto a una pensione di invalidità, un beneficio economico periodico erogato in base alle contribuzioni previdenziali versate nel corso della carriera lavorativa.

Il diritto alla pensione di invalidità (o all’assegno di invalidità)

L’assegno di invalidità viene riconosciuto agli invalidi civili tra i 18 e i 67 anni, con invalidità civile accertata del 74-99%. Viene erogato per 13 mesi l’anno, ed è pari nel 2023 a 313,91 euro al mese. Per ottenerlo, la persona deve avere un reddito inferiore a 5.391,88 euro. Al compimento del 67° anno d’età, si trasforma in assegno sociale.

La pensione di invalidità viene riconosciuta agli invalidi civili tra i 18 e i 67 anni, con un’invalidità del 100% e un reddito annuale non superiore a 17.920,00 euro. 

Uno strumento diverso, rispetto alla pensione di invalidità, è la pensione di inabilità. Quest’ultima viene riconosciuta alle persone con infermità o con minorazioni fisiche o psichiche tali da impedire lo svolgimento di ogni attività lavorativa.

Per ottenerla è necessario essere iscritti all’INPS da almeno cinque anni, e avere versato tre anni di contributi nell’ultimo quinquennio. L’importo viene calcolato aggiungendo ai contributi versati un bonus pari agli anni che mancano all’età pensionabile.

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