L’economia circolare (Circular Economy) è un modello di produzione e consumo volto ad allungare il ciclo di vita dei prodotti, riducendo i rifiuti.
I principi su cui si basa sono:
- condivisione
- prestito
- riutilizzo
- riparazione
- ricondizionamento
- riciclo
Mentre l’economia “tradizionale” prevede lo schema produrre-consumare-smaltire e richiede una grande disponibilità di materiali e di energia (ad un costo contenuto), l’economia circolare è focalizzata sul riuso e sul riciclo.
Quando un prodotto esaurisce la sua funzione e non può più essere utilizzato per lo scopo per il quale è stato concepito, i materiali di cui è costituito vengono reintrodotti nel ciclo produttivo. In questo modo i rifiuti si riducono, l’inquinamento diminuisce, e consumatore e imprese risparmiano denaro.
I vantaggi dell’economia circolare
L’economia circolare presenta numerosi vantaggi, sia per il consumatore che per le imprese.
Le imprese che adottano pratiche di Circular Economy in ambito industriale, logistico e produttivo:
- aumentano il loro vantaggio competitivo: secondo il report Circular economy for a sustainable future, il 50% dei consumatori pensa che le imprese non stiano lavorando abbastanza per ridurre la produzione dei rifiuti;
- riducono la pressione sull’ambiente;
- hanno meno problemi di approvvigionamento delle materie prime;
- riducono la spesa per l’acquisto delle materie prime;
- possono accedere ai bandi nazionali, internazionali e comunitari a sostegno dell’economia circolare.
Il report How sustainability is fundamentally changing consumer preferences dimostra come - in tema economia circolare - l’Italia abbia ancora molto da fare. Prendendo in considerazione il settore Retail, solamente il 18% dei dirigenti investe in iniziative di Circular Economy. Il settore più virtuoso è l’Automotive, dove la percentuale sale al 52%. Eppure, l’economia circolare è l’unica strada verso la crescita sostenibile: i consumatori sono sempre più orientati verso comportamenti virtuosi ma hanno bisogno di trovare sul mercato prodotti che soddisfino la loro attitudine green.
L’economia circolare in Italia e in Europa
L’Italia è una Nazione virtuosa, per quanto riguarda l’economia circolare. Secondo l’edizione 2022 del Rapporto sull’Economia Circolare in Italia:
- la quota di riciclo complessiva è del 68%, contro la media europea del 35%;
- l’uso di materia proveniente da materie prime vergini e da materie riciclate è del 21,6%, contro la media europea del 12,8%;
- il consumo pro capite di materiali è di 7.5 tonnellate (la media europea è di 13.5).
Nel 2021 la Commissione Europea ha lanciato l'Alleanza globale sull'economia circolare e l'efficienza delle risorse, volta a identificare le lacune nella conoscenza e nella promozione dell’economia circolare. Dopo l’aggiornamento delle norme sugli inquinanti organici persistenti nei rifiuti, e delle norme sulla spedizione dei rifiuti, nel 2022 ha posto obiettivi quali un’industria più green, l’adozione di una nuova strategia per i rifiuti tessili e la revisione della progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili.
Intanto, l’Italia ha posto diversi obiettivi:
- riciclare il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025, il 60% entro il 2030, il 65% entro il 2035;
- costruire nuovi impianti di smaltimento rifiuti, e migliorare quelli già esistenti;
- ridurre l’impatto ambientale della filiera agricola e alimentare.
Se oggi in Europa si ricicla circa il 50% dei rifiuti, il tasso di circolarità è di circa il 12.8%, con sostanziali differenze: ad esempio, mentre in Olanda viene usato il 30% dei rifiuti secondari, la Romania è ferma all’1.3%. Uno scenario, questo, che vede l’Italia sul podio ormai da quattro anni.
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