Il Mentoring è una relazione professionale reciprocamente vantaggiosa in cui un individuo esperto (il mentore) impartisce conoscenze e competenze a una persona meno esperta (il mentoree), affinando contemporaneamente le proprie capacità di mentoring.
Ma come funziona di preciso il Mentoring? Quali sono le sue differenze con il Coaching, e come trovare il giusto mentore?
Mentoring vs Coaching: le differenze
Il Coaching e il Mentoring sono due efficaci strumenti di sviluppo personale e professionale.
Il Coaching è focalizzato su obiettivi specifici e sulle prestazioni della persona, è orientato al raggiungimento di risultati misurabili, ed è in genere un processo a breve termine.
Il Coach in genere fornisce un orientamento basato su competenze specifiche, ma non necessariamente sulla sua esperienza personale, e organizza sessioni pianificate per affrontare obiettivi definiti, in quanto il fine ultimo del Coaching è migliorare le prestazioni del Coachee o risolvere problemi specifici.
Il Mentoring tende ad avere uno scopo più ampio e si concentra sullo sviluppo generale della persona, spesso abbracciando sia gli aspetti professionali che quelli personali. Può essere a medio o lungo termine, e prevede che il mentore condivida spesso la sua esperienza personale e professionale per contribuire allo sviluppo a lungo termine del suo allievo.
Come trovare il giusto mentore
Per individuare il mentore che fa al caso tuo, è necessario che tu conosca i tuoi obiettivi a breve e a lungo termine. Cosa vuoi realizzare professionalmente nei prossimi x mesi? Puoi farlo nel tuo ruolo attuale o devi/vuoi cambiare lavoro?
Più sei specifico con i tuoi obiettivi, più facile sarà trovare il mentore giusto. Una strategia per creare obiettivi efficaci e facilmente raggiungibili è lavorare definendo goals specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e limitati nel tempo.
Una volta chiariti i tuoi obiettivi, guarda in prima battuta nel tuo network per individuare un mentore che conosca il tuo settore professionale o il lavoro che svolgi.
Il primo luogo in cui cercare è la tua azienda: non è necessario che il tuo mentore sia un dirigente, può essere solo pochi livelli più in alto di te (i suoi consigli saranno più pratici e pertinenti di quelli di un manager con decenni d’esperienza alle spalle).
Difficilmente una sola persona potrà aiutarti in tutti gli ambiti in cui intendi migliorare: molto più spesso si verifica la necessità di avere più mentori. E un elemento da considerare è che un giusto mentore deve essere diverso da te, così da poterti offrire un punto di vista differente.
Quando hai trovato il mentore che pensi possa fare al caso tuo, che sia in azienda o meno, rivolgiti a lui con chiarezza: spiegagli perché hai scelto lui e non qualcun altro, in modo che possa capire se può effettivamente aiutarti. Potresti scrivergli una mail approfondita, andando ad indicare gli argomenti che intendi trattare nelle varie sessioni e il fine ultimo del Mentoring.
Come essere un buon mentoree
Affinché il Mentoring abbia successo, anche il tuo ruolo di mentoree è importante.
Assicurati dunque di:
- ricordare i tuoi obiettivi e non perderli di vista;
- stabilire quanto spesso incontrarti col tuo mentore, per quanto tempo e con che modalità;
- fissare un ordine del giorno;
- essere aperto ai feedback, siano essi positivi o negativi;
- prendere appunti durante la sessione;
- decidere la durata del monitoraggio (in genere, dai quattro ai sei mesi).
Ricorda che nel Mentoring vanno stabiliti e mantenuti confini chiari. Probabilmente le questioni personali entreranno in gioco durante le sessioni, ma non lasciare che il focus sia su di essi: il mentore deve aiutarti a crescere professionalmente, in primis, sebbene questo comporti in genere anche una crescita dal punto di vista umano.
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