Come tutelarsi dalla violazione della privacy sul posto di lavoro

Cosa fare in caso di violazione della privacy sul posto di lavoro e come comportarsi tra colleghi per tutelare il diritto alla privacy in campo lavorativo.

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La privacy è un fattore di grande importanza sempre, anche sul luogo di lavoro. La mancanza di privacy nello spazio di lavoro di un dipendente può ostacolare il suo senso di autonomia, diminuendo il grado di controllo e compromettendone la produttività. Nei casi più gravi può ledere la dignità o esporre la persona al rischio di burnout.

Ma cosa si intende per privacy in campo lavorativo? Quali sono i limiti al potere di controllo del datore di lavoro e come è necessario comportarsi tra colleghi?

 

I limiti al potere di controllo del datore di lavoro

Il datore di lavoro ha il diritto di verificare che i dipendenti svolgano i loro compiti secondo le direttive impartite dalla legge ma il suo potere non è illimitato.

La legge 300/1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori, pone precisi limiti al potere di controllo del datore di lavoro al fine di preservare la libertà e la dignità dei lavoratori.

In particolare, il datore di lavoro non può effettuare controlli intenzionali a distanza e non può dunque sorvegliare i suoi dipendenti con impianti audiovisivi o simili.

Le uniche eccezioni sono rappresentate da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza sul lavoro. Tuttavia, è necessario che l’installazione avvenga previo accordo con i sindacati aziendali, le commissioni interne o con l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro competente.

Una regola, questa, a cui sono soggetti anche i controlli difensivi, il cui obiettivo è l’accertamento di comportamenti illeciti da parte dei dipendenti: i sistemi non possono però essere utilizzati per controllare come un dipendente svolge la sua attività.

 

Violazione della privacy sul lavoro con telecamere: cosa dice la legge

La modalità d’uso delle telecamere sul lavoro rientra tra i limiti al potere di controllo. Secondo quanto stabilito dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, esse sono ammesse per esigenze organizzative e produttive, per preservare l’incolumità dei dipendenti e per proteggere il patrimonio aziendale.

Anche in questi casi, l'azienda deve ottenere l'approvazione per l'uso della videosorveglianza, e specificare le motivazioni per l'installazione e i luoghi in cui si prevede di posizionarle. Una volta completata la procedura, è chiamata a informare in modo dettagliato e completo i suoi dipendenti riguardo alle modalità di utilizzo di tali strumenti.

 

Privacy tra colleghi di lavoro: le regole da seguire

Quando si parla di privacy sul lavoro, non ci si riferisce unicamente al rapporto tra il datore di lavoro e i dipendenti, ma anche alle relazioni tra colleghi.

Secondo le normative sulla privacy, è vietato accedere al computer di un collega di lavoro senza il suo consenso, anche se il dispositivo non richiede l'inserimento di credenziali per essere sbloccato. Consultare le e-mail di un altro dipendente potrebbe comportare problemi, poiché la riservatezza della corrispondenza, inclusa quella elettronica, è tutelata sia dalla Costituzione che dal Codice penale.

Contrariamente a quanto si possa pensare, invece, effettuare una registrazione audio o video di una conversazione non è sempre illegale. È consentito farlo quando si è presenti nella stessa stanza e si partecipa alla discussione.

Non è permesso invece attivare il dispositivo di registrazione e poi abbandonare l’ambiente mentre la conversazione continua. Nel caso in cui ci si trovi nella stessa stanza, non è necessario ottenere il consenso delle altre persone per avviare la registrazione, e tale prova può essere utilizzata per proteggere i propri diritti in un eventuale procedimento legale.

Allo stesso modo, le fotografie possono essere usate quando scattate fuori dal contesto lavorativo.

Un aspetto a cui prestare particolarmente attenzione è poi la diffusione di pettegolezzi e maldicenze, in quanto può danneggiare l'ambiente aziendale, compromettendo l'efficienza e influenzando negativamente le prestazioni di tutta la squadra di lavoro.

Le potenziali conseguenze dei comportamenti che ledono la privacy dei colleghi, indipendentemente dalla motivazione che porta un lavoratore a violare la privacy altrui sono punibili con ammende e con periodi di reclusione più o meno lunghi.

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