La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europa, all’art.21 dichiara che: “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale”.
Per definizione, il divieto di ogni discriminazione sancito dalla Carta europea sopra citata è rivolto anche alle cosiddette Categorie Protette. Ma che cosa fa la Legge italiana per evitare che queste persone vengano discriminate sul lavoro? Scopriamo insieme chi sono le Categorie Protette, come iscriversi alle liste per il collocamento e quali sono i diritti e i doveri di un lavoratore appartenente a questa categoria.
Categorie Protette: di cosa si tratta?
Nelle Categorie Protette rientrano tutti gli individui con disabilità, patologie gravi e altre forme di invalidità psicofisiche. Per proteggere da forme discriminatorie sul lavoro queste persone, esistono specifiche tutele di legge per le Categorie Protette sancite dalla Costituzione Italiana.
In particolare, la Legge 68/99 del 12 marzo 1999 promuove l’inserimento lavorativo attraverso il collocamento mirato e forme di incentivi economici per le aziende che assumono lavoratori appartenenti a determinate categorie.
Elenco delle Categorie Protette: chi ne fa parte?
La già menzionata Legge 68/99 tutela i lavoratori delle Categorie Protette. Ma che differenza c'è tra disabili e Categorie Protette?
Per disabili si intendono:
- gli invalidi civili con invalidità di grado superiore al 45%;
- gli invalidi del lavoro certificati INAIL con validità di grado superiore al 33%;
- i non vedenti e sordomuti;
- gli invalidi di guerra e gli invalidi per servizio con minoranze tra la prima e l’ottava categoria.
Nelle altre categorie rientrano invece persone in condizioni di svantaggio: orfani e coniugi di persone decedute per cause di lavoro, guerra o servizio, profughi italiani rimpatriati, vittime del terrorismo o della criminalità organizzata.
Quali sono i requisiti per le Categorie Protette e come iscriversi
Per ottenere il certificato attestante l’invalidità, è necessario rivolgersi al proprio medico di base, il quale rilascia un certificato dove viene spiegata la natura e i sintomi della disabilità. Il documento deve poi essere portato al CAF così da aprire una pratica INPS con la richiesta di valutazione.
L’INPS convoca in seguito la persona per sottoporla al giudizio di una commissione sanitaria di zona. L’esito, ricevuto tramite verbale sul sito dell’INPS e successivamente via raccomandata, attesterà la percentuale di invalidità (ove riconosciuta) e il livello di agibilità al lavoro.
Una volta ottenuto il certificato attestante i requisiti di invalidità, nei seguenti casi è necessario recarsi presso il centro per l’impiego della propria Provincia:
- se si ha un’età superiore a 15 anni e inferiore a 65 anni;
- se si è disoccupati;
- se non è stata ancora raggiunta l’età del pensionamento.
Sono infatti questi tre, oltre all’invalidità riconosciuta, i requisiti di iscrizione alle Categorie Protette.
Una volta iscritti si entra poi a far parte di una graduatoria per il collocamento mirato, volto a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle Categorie Protette.
Diritti e doveri del lavoratore
Aziende pubbliche e private devono, per legge, impiegare un numero variabile di persone appartenenti alle Categorie Protette, a seconda di quanti sono i dipendenti che lavorano presso l’impresa.
Le aziende con più di 50 dipendenti devono avere una percentuale di Categorie Protette pari al 7% dei lavoratori occupati. Nelle aziende con 36-50 dipendenti i lavoratori appartenenti alle Categorie Protette devono essere due, uno se l’azienda ha 15-35 dipendenti.
Una volta assunto, il lavoratore appartenente alla Categoria Protetta ha un contratto di lavoro regolato dalle stesse norme che si applicano agli altri lavoratori. In aggiunta, con la Legge 104, i lavoratori con disabilità hanno diritto a permessi retribuiti dall’INPS pari a tre giorni lavorativi.
Un lavoratore con disabilità ha inoltre diritto allo stesso trattamento economico degli altri dipendenti e il dovere di svolgere lo stesso orario di lavoro, compresi straordinari o turni, ove la condizione di disabilità lo permetta.
Il contratto di lavoro può essere sempre interrotto per giusta causa così come per aggravamento delle condizioni di salute, qualora queste rendano problematico o impossibile lo svolgimento delle mansioni lavorative.
Categorie Protette: i vantaggi per il lavoratore
I lavoratori che appartengono alle Categorie Protette godono delle particolari tutele previste dalla legge 68/99:
- una o due ore di permesso giornaliero, o tre giorni di permessi mensile, retribuiti;
- in caso di lavoratori sordomuti o con invalidità superiore al 74%, due mesi di contribuzione figurativa, fino a un massimo di cinque anni, per ogni anno di servizio;
- possibilità di scegliere la sede di lavoro più vicina;
- impossibilità di essere trasferiti senza il loro consenso.
Infine, i lavoratori delle Categorie Protette possono accedere a specifici concorsi per trovare impiego nella Pubblica Amministrazione.
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