La normativa relativa al contratto a tempo determinato è cambiata più volte nel corso del tempo: nel 2015 il Jobs Act ha tolto l’obbligo di causale, per favorire l’occupazione mentre nel 2018 il Decreto Dignità lo ha reintrodotto cosicché i datori di lavoro potessero fornire contratti più stabili. L’ultima modifica, in termini di causali e tempo determinato, è stata inserita nel Decreto Lavoro 2023.

Cosa sono le causali

Le causali, in un contratto a termine, sono le motivazioni per cui quello stesso contratto viene stipulato. Servono dunque a spiegare perché il datore di lavoro ha scelto di assumere il lavoratore a tempo determinato anziché in un’altra tipologia di contratto.

Il contratto a tempo determinato può infatti essere stipulato solo in specifiche circostanze:

  • esigenze stagionali: specialmente nel settore del turismo e dell’agricoltura, le aziende possono avere bisogno di un maggior numero di lavoratori per fronteggiare i periodi più intensi;
  • lavoro temporaneo o sostitutivo: se un dipendente a tempo indeterminato è assente per malattia o congedo parentale, il datore di lavoro può scegliere un sostituto fino al suo rientro;
  • progetti speciali: un’organizzazione può assumere dipendenti a termine per lo svolgimento di progetti dalla durata definita;
  • temporaneo incremento dell’attività: quando il lavoro aumenta, è possibile per un’azienda assumere personale temporaneo fino a che la situazione si normalizza;
  • formazione: i contratti a tempo determinato possono essere utilizzati anche per valutare e formare un candidato, prima di proporgli l’inserimento definitivo in azienda.

Causali tempo determinato: cosa dice la Legge

Con il Decreto Dignità, le causali per il tempo determinato sono state ridotte in durata, passando da 36 a 24 mesi. I primi 12 mesi del contratto sono esenti dall’obbligo di causale ma, se l’azienda intende rinnovare, è necessario che le inserisca.

Le uniche imprese a essere esenti dall’obbligo sono le attività stagionali.

Qualora un contratto a termine superi i 36 mesi, l’azienda può essere soggetta a controlli volti a verificare l’esistenza di ragioni tecniche, organizzative o produttive tali da giustificare il contratto.

Causali tempo determinato 2023: le novità

Il Decreto Lavoro 2023 ha introdotto alcune novità in merito alle causali per contratti a termine che eccedono i 12 mesi.

Le causali, introdotte dal Decreto Dignità e tuttora in vigore, sono:

  • esigenze temporanee e oggettive, estranee all’attività ordinaria;
  • necessità di sostituire altri lavoratori;
  • necessità di far fronte a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria;
  • esigenze specifiche previste dal CCNL di riferimento (causale introdotta dal Decreto-legge Sostegni bis, nel 2021).

 

Il Decreto Lavoro 2023 rende più flessibile il contratto a tempo determinato, introducendo nuove causali per i contratti con durata compresa tra i 12 e i 24 mesi. Le causali ammesse sono ora:

  • esigenze previste dai CCNL;
  • necessità di natura tecnica, organizzativa o produttiva, in caso di mancato esercizio da parte del CCNL e previo accordo tra le parti;
  • necessità di sostituire altri lavoratori.

 

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