Perché cambiare lavoro e come capire che è il momento per farlo

Come capire quando è il momento per cambiare lavoro e quali sono i motivi perché si sceglie di lasciare il proprio posto per una nuova posizione lavorativa.

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Quando arriva la domenica sera, e cominci a pensare al lunedì, ti senti sopraffatto dallo stress? È passato ormai troppo tempo da quando ti sei sentito apprezzato per il tuo contributo e ti ritrovi a lamentarti regolarmente del lavoro con colleghi o amici? O, magari, in azienda stai bene ma hai voglia di nuove sfide? In questo approfondimento proveremo a capire quando è il momento di cambiare lavoro, analizzando sei diverse situazioni.

 

1. L’idea di andare al lavoro spaventa o mette ansia

Essere preoccupati per il lavoro, sentirsi in ansia oppure stanchi è normale. Purché si tratti di episodi isolati, dovuti magari a un periodo particolarmente impegnativo, alla consegna di un progetto importante oppure a un cambio di mansione.

Se la sensazione di ansia e paura è costante dovresti considerare l’idea di cambiare lavoro. È lavorando che trascorri la maggior parte del tuo tempo, del resto: stare bene, sentirti a tuo agio e avvertire un senso di appartenenza è importante. In caso contrario la salute mentale può risentirne, esponendoti anche al rischio di burnout.

 

2. Il posto di lavoro è tossico

La soddisfazione, in ambito lavorativo, non arriva solamente dai risultati. Anche i rapporti che si instaurano con i colleghi sono importanti, in quanto possono rendere più piacevole la giornata lavorativa o, al contrario, trasformarla in un vero incubo.

Lavorare con un team che rispetti, i cui valori sono in linea con i tuoi, semplifica i compiti e le sfide. Quando invece i rapporti sono tossici, magari per un eccessivo controllo manageriale o perché le molestie sono diffuse, è naturale sentirsi a disagio, stressati e infelici. Ed è proprio questa, una delle più forti motivazioni per cambiare lavoro.

 

3. Il lavoro non offre opportunità di crescita

Se hai raggiunto tutti gli obiettivi che ti eri prefissato, e non c’è più nulla a cui aspirare, potrebbe valere la pena cercare nuove opportunità.

La prospettiva motiva a lavorare di più e a lottare per la successiva promozione o per un aumento di stipendio. Ma, per crescita, si può intendere anche la possibilità di acquisire nuove competenze o di ottenere certificazioni spendibili.

Se la tua attuale azienda non permette nulla di tutto questo, se non ti senti soddisfatto e sai di poter fare (e avere) di più, forse è il momento di cercare un’alternativa e cambiare lavoro.

 

4. Ti senti sottovalutato

Se lavori duro, ma il tuo contributo non viene riconosciuto, puoi sentirti frustrato. Ovviamente non è ragionevole pretendere elogi per ogni piccola cosa, ma ricevere di tanto in tanto una parola di ringraziamento oppure un bonus o, ancora meglio, lavorare in un’azienda che applica il Continuous Feedback, fa sentire apprezzati e aumenta la motivazione.

Se la situazione non cambia neppure parlando con il tuo responsabile, cercare un nuovo lavoro può essere la soluzione migliore.

 

5. Il Work Life Balance non soddisfa

Se il lavoro impatta eccessivamente sulla tua vita, se il telefono squilla anche la sera e nel weekend, il rischio burnout aumenta. Prima di licenziarti, prendendo una decisione drastica, prova a parlarne con il tuo capo.

Se il carico non viene diminuito, e non riesci a mettere dei limiti, probabilmente è il momento di trovare un lavoro che offra un sano equilibrio tra lavoro e vita privata.

 

6. Non stai seguendo le tue passioni

Talvolta, è possibile aver voglia di cambiare lavoro anche se si sta bene. Specialmente quando si è ai primi impieghi, si tende ad accettare mansioni per acquisire esperienza, per iniziare a guadagnare qualcosa e per capire quello che davvero si vuole fare.

Con il passare del tempo, però, può subentrare la voglia di trovare un lavoro più in linea con le proprie passioni, anche se con i colleghi si sta bene e il capo è un buon responsabile.

Dopo quanto cambiare lavoro in assenza di motivazioni gravi, dunque? I responsabili HR consigliano di restare in azienda almeno due anni per acquisire le giuste competenze e per poterle spendere sul mercato.

Inoltre, cambiare continuamente datore di lavoro non è considerato un atteggiamento positivo né affidabile agli occhi dei recruiter.

Per un’impresa, inserire una risorsa è un investimento: raramente un candidato che fa Job Hopping è considerato l’opzione migliore.

 

Se hai capito però che il momento di licenziarti è arrivato, consulta la sezione di Adecco dedicata alle offerte di lavoro: tra le numerose proposte disponibili c’è sicuramente quella che fa al caso tuo!

 

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