Quando un datore di lavoro decide di concludere un rapporto di lavoro con un dipendente, non può farlo in modo immediato, salvo eccezioni. Il lavoratore ha infatti diritto a un periodo di preavviso, regolato da specifiche norme di legge e dai contratti collettivi di riferimento. Il preavviso di licenziamento è una garanzia per il dipendente, che ha così il tempo necessario per organizzarsi e cercare una nuova occupazione.
Ma quanti giorni di preavviso sono previsti in caso di licenziamento? E cosa succede se il datore non rispetta questo obbligo? In questo approfondimento rispondiamo alle domande più comuni sul tema, spiegando come funziona il preavviso, come calcolarlo e in quali casi non è dovuto.
Che cos'è il preavviso in caso di licenziamento?
Il preavviso di licenziamento è il periodo di tempo che deve intercorrere tra la comunicazione del licenziamento e l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro. Serve per tutelare il lavoratore, garantendogli una finestra temporale per cercare una nuova occupazione, e allo stesso tempo consente al datore di lavoro di organizzare il passaggio di consegne e l’eventuale sostituzione.
Il preavviso può essere previsto sia:
- in caso di licenziamento (preavviso dato dal datore al dipendente);
- in caso di dimissioni (preavviso dato dal lavoratore all’azienda).
Quanto dura il preavviso? Dipende dal contratto
Non esiste un numero fisso di giorni valido per tutti i lavoratori. La durata del preavviso è determinata dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato, dal livello di inquadramento del dipendente e dalla sua anzianità aziendale.
Ecco alcuni esempi pratici:
- CCNL Commercio: un impiegato di 5° livello con 5 anni di anzianità ha diritto a 30 giorni di preavviso;
- CCNL Metalmeccanici: un operaio con oltre 10 anni di servizio può avere diritto fino a 75 giorni di preavviso.
È quindi fondamentale controllare il proprio contratto collettivo per sapere quanti giorni di preavviso spettano in caso di licenziamento.
Come si calcolano i giorni di preavviso?
Il preavviso decorre dal giorno successivo alla comunicazione del licenziamento e si conteggia:
- in giorni lavorativi o giorni di calendario, a seconda del CCNL;
- escludendo in genere le festività non lavorative (salvo diversa indicazione);
- tenendo conto della data di decorrenza indicata nella lettera di licenziamento.
Durante il preavviso, il rapporto di lavoro continua regolarmente: il dipendente è tenuto a svolgere le sue mansioni e percepisce lo stipendio pieno.
Alcuni contratti prevedono anche permessi retribuiti durante il preavviso per consentire al lavoratore di sostenere colloqui e cercare un nuovo lavoro.
Licenziamento senza preavviso: quando è possibile?
Il licenziamento senza preavviso è consentito solo in casi particolari, ovvero in caso di licenziamento per giusta causa. Si tratta di una decisione immediata, motivata da possibili gravi comportamenti del lavoratore, come:
- furto
- violazioni gravi delle regole aziendali
- danni volontari all’azienda
Se invece il datore sceglie di non far svolgere il preavviso, pur non essendoci una giusta causa, deve versare al dipendente una indennità sostitutiva del preavviso, pari allo stipendio che il lavoratore avrebbe percepito durante il periodo non lavorato.
Cosa succede se il datore non rispetta il preavviso?
Se il datore licenzia senza preavviso e senza giusta causa, deve corrispondere al lavoratore:
- un’indennità economica sostitutiva, detta anche indennità di mancato preavviso;
- Il TFR e le spettanze maturate (ferie, tredicesima, ecc.)
L’indennità è calcolata sulla base della retribuzione globale di fatto, ovvero lo stipendio normale comprensivo di bonus e benefit continuativi.
In caso di mancato rispetto delle regole, il lavoratore può rivolgersi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro o a un legale del lavoro per far valere i propri diritti.
Preavviso e disoccupazione: cosa sapere
Una volta cessato il rapporto di lavoro, il dipendente può fare domanda per la NASpI (indennità di disoccupazione). È importante che nella comunicazione di licenziamento:
- sia indicata chiaramente la data di cessazione del rapporto;
- sia rispettata la procedura prevista per la richiesta NASpI all’INPS.
In conclusione, il preavviso di licenziamento è uno strumento fondamentale per tutelare i diritti dei lavoratori e garantire una transizione equa. Conoscere la durata, le modalità di calcolo e le condizioni in cui può essere evitato è essenziale per affrontare un licenziamento in modo consapevole.
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FAQ
Quanti giorni sono previsti di preavviso in caso di licenziamento?
Dipende dal CCNL, dal livello e dall’anzianità. In media tra 15 e 90 giorni.
Il datore può licenziare senza preavviso?
Solo per giusta causa. Altrimenti deve versare un’indennità sostitutiva.
Come si calcolano i giorni di preavviso?
Dal giorno successivo alla comunicazione. Vanno esclusi i festivi se il contratto lo prevede.
Cosa succede se non viene rispettato il preavviso?
Il lavoratore ha diritto all’indennità sostitutiva del preavviso e può fare ricorso.
Durante il preavviso si può rifiutare di lavorare?
No. Se non si lavora, si perde il diritto allo stipendio o si può subire una sanzione.
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