La ricevuta di prestazione occasionale è il documento che attesta il pagamento di una prestazione occasionale da parte di un committente a un lavoratore autonomo occasionale.
A disciplinare la materia è la legge n. 189 del 6 novembre 2012, nota come "Legge Fornero".
Ma quali sono i limiti della prestazione occasionale? Come compilarla, e quali regole valgono nel 2024?
Chi emette la ricevuta per prestazione occasionale
La ricevuta di prestazione occasionale, come il nome suggerisce, viene emessa a seguito di una prestazione occasionale.
Il lavoro autonomo occasionale è una forma di lavoro autonomo che si caratterizza per la sua occasionalità e discontinuità: il lavoratore autonomo occasionale svolge prestazioni di lavoro in maniera non continuativa e non regolare per uno o più committenti, senza instaurare un rapporto di lavoro subordinato. Tre sono dunque le caratteristiche di questa tipologia di lavoro:
- occasionalità: le prestazioni vengono svolte in modo sporadico e non regolare;
- indipendenza: il lavoratore autonomo occasionale opera in modo indipendente rispetto al committente (non è vincolato da un rapporto di subordinazione e ha il controllo sulle modalità di esecuzione del lavoro);
- discontinuità: la collaborazione tra il lavoratore autonomo occasionale e il committente è limitata nel tempo (dopo la conclusione di una prestazione, non sussiste un obbligo reciproco a prestare ulteriori servizi).
Chi emette la ricevuta per prestazione occasionale, dunque? A rilasciarla è il lavoratore autonomo occasionale, nei confronti del cliente-committente, al momento del pagamento del compenso: la ricevuta è infatti una quietanza, che certifica il pagamento di una prestazione.
Se il committente ha la partita IVA, il prestatore di lavoro deve emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto del 20%; se il committente è un privato, la ricevuta deve essere priva di ritenuta.
Come fare una ricevuta per la prestazione occasionale
Online esistono molti modelli fac-simile di ricevuta per prestazione occasionale, con e senza ritenuta d’acconto.
Il documento deve contenere i dati anagrafici del prestatore, e quelli del committente. Deve descrivere la prestazione svolta, meglio se con l’indicazione dei giorni e delle ore lavorate, e specificare il corrispettivo lordo pattuito e la ritenuta d’acconto (se applicabile).
La ritenuta si applica quando il committente rientra nella qualifica di sostituto d'imposta, così come disciplinato dall’art. 64 del DPR n. 600/73, ed è a tutti gli effetti un acconto di imposta ai fini IRPEF: il committente deve versarla all’Erario per conto del lavoratore che ha effettuato la prestazione.
Infine, se l’importo supera i 77,47 euro, è necessario apporre la marca da bollo da 2 euro alla prestazione occasionale.
Cosa cambia nel 2024 per le prestazioni occasionali
Nel 2024, le regole delle prestazioni occasionali restano identiche alle regole del 2023: i prestatori non possono superare i 5.000 euro l’anno, mentre i committenti non possono superare i 10.000 euro l’anno sommando le ricevute di tutti i prestatori. Inoltre, il prestatore deve rispettare il limite di 2.500 euro corrisposti dal singolo committente (il limite è elevato a 5.000 euro per gli steward che lavorano per le società sportive).
Cosa succede se si superano i 5.000 euro/anno? Il lavoratore deve iscriversi alla gestione separata INPS.
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