Devi compilare il tuo curriculum vitae, così da presentarti al meglio alle aziende? Non dimenticare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.
Consenso scritto all’impiego delle informazioni contenute nel CV, non è obbligatorio ma è fortemente consigliato. Permette infatti al recruiter di contattarti direttamente e riduce il rischio che la candidatura venga scartata.
Se un candidato non inserisce l’autorizzazione al trattamento dei dati personali nel CV, infatti, il recruiter dovrebbe prima contattarlo per ottenere il suo consenso, rendendo il processo decisamente più lungo laborioso. Per questo motivo, i curricula che non contengono la dicitura vengono spesso scartati.
A cosa serve l’autorizzazione al trattamento dati personali nel CV
L’autorizzazione al trattamento dei dati personali ha per oggetto, per l’appunto, i dati personali.
Secondo quanto stabilito dal Regolamento Europeo, i dati personali sono informazioni riguardanti una persona fisica identificata o identificabile. Comprendono dunque dati anagrafici e foto (dati personali diretti) ma anche codice fiscale, indirizzo IP, numero di targa ecc. (dati personali indiretti). Si dividono in due categorie:
- dati sensibili, riguardanti la sfera più intima della persona e potenzialmente al centro di atteggiamenti discriminatori (etnia, opinioni politiche, credo religioso, dati genetici, dati biometrici, dati sulla salute o sull’orientamento sessuale);
- dati giudiziari, relativi alle condanne penali, ai reati commessi o alle misure di sicurezza a cui la persona è o è stata sottoposta.
Compilando l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, autorizzi l’azienda che riceve il curriculum a utilizzare le tue informazioni secondo le finalità previste dalla Legge.
Come l’azienda può utilizzare i dati personali del candidato
Le modalità d’uso dati personali dei candidati da parte delle aziende sono contenute nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Cosa dice il GDPR sulla protezione dei dati nel CV?
La legge europea, entrata in vigore nel 2016 ma applicata dal 2018, ha come obiettivo la difesa della privacy e della sicurezza dei dati nei Paesi dell'Unione Europea.
Gli aspetti su cui il GDPR si concentra sono la legittimità e la finalità del trattamento. L'azienda deve avere una base giuridica per trattare i dati personali del candidato, e può utilizzarli solo per scopi specifici e legittimi (ad esempio valutare la sua candidatura per una posizione lavorativa).
Per quanto tempo si possono conservare i dati personali?
I dati personali devono essere conservati unicamente per il periodo di tempo necessario al raggiungimento dello scopo per cui sono stati raccolti, e il candidato deve essere informato in modo chiaro e comprensibile su come verranno impiegati.
Quali sono le basi legali per il trattamento dei dati in fase di selezione?
L'azienda è responsabile di adottare misure di sicurezza adeguate a proteggere i dati personali da accessi non autorizzati o fughe di dati, e deve permettere al candidato di accedere alle sue informazioni e di chiederne la correzione o la cancellazione in determinate circostanze.
L’utilizzo dei dati personali da parte dell’azienda deve inoltre essere limitato a:
- l’assoluzione degli obblighi in materia di diritto del lavoro, sicurezza e protezione sociale;
- la tutela dell’interesse vitale della persona, se incapace di prestare il suo consenso;
- l’accertamento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria;
- motivi di interesse pubblico rilevante, secondo il diritto dello Stato o dell'Unione Europea;
- finalità di medicina preventiva o del lavoro;
- la valutazione della capacità lavorativa del dipendente;
- l’archiviazione a fini statistici, di ricerca o di pubblico interesse.
Dove e come inserire il trattamento dei dati personali nel CV
L’autorizzazione al trattamento dei dati personali deve essere inserita in fondo al CV. La formula più comune è la seguente:
Autorizzo il trattamento dei dati personali presenti nel CV ai sensi del D.Lgs. 2018/101 e del GDPR (Regolamento UE 2016/679).
Esempi di inserimento nel CV (per Italia, Estero)
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Esempio corretto (formula aggiornata al GDPR)
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Esempio scorretto
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Autorizzo il trattamento dei dati personali presenti nel CV ai sensi del D.Lgs. 2018/101 e del GDPR (Regolamento UE 2016/679).
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Autorizzo al trattamento dei miei dati personali.
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✔ Contiene il riferimento normativo aggiornato (italiano ed europeo) ✔ Formula completa e conforme al GDPR
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❌ Manca il riferimento al GDPR ❌ Non specifica il tipo di dati né la base giuridica del trattamento
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Domande frequenti sul trattamento dei dati personali nel CV
Serve davvero l’autorizzazione al trattamento dei dati nel CV?
Non è obbligatoria per legge, ma l’autorizzazione al trattamento dei dati nel CV è fortemente consigliata perché permette al recruiter di contattarti senza ulteriori richieste di consenso, evitando che la candidatura venga scartata o rallentata.
Qual è la formula corretta per il consenso ai dati personali nel CV?
La formula più aggiornata e utilizzata è la seguente: “Autorizzo il trattamento dei dati personali presenti nel CV ai sensi del D.Lgs. 2018/101 e del GDPR (Regolamento UE 2016/679)”. Può essere inserita in fondo al curriculum vitae, dopo i dati personali.
Cosa succede se non inserisco il trattamento dati personali nel curriculum?
Se non inserisci l’autorizzazione al trattamento dati nel CV, il recruiter deve richiedere il consenso separatamente, allungando i tempi di selezione. In alcuni casi, le candidature senza consenso vengono scartate in automatico.
I dati personali nel CV sono tutelati dal GDPR?
Sì. Tutti i dati personali indicati nel CV sono protetti dal GDPR, che impone alle aziende di utilizzarli solo per finalità legittime (come valutare la candidatura), conservarli per il tempo necessario e proteggerli da accessi non autorizzati.
Devo aggiornare la formula con le nuove leggi sul trattamento dati (2025)?
Sì. È sempre buona pratica usare la formula più aggiornata prevista dalla normativa vigente. Per il 2025 il riferimento corretto resta il GDPR (Reg. UE 2016/679) insieme al D.Lgs. 2018/101, eventualmente integrato da nuovi decreti attuativi italiani.
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