Introdotta dalla Legge 68/1999, la dicitura "categorie protette" si riferisce ai lavoratori che possono incontrare sfide aggiuntive a causa di condizioni sociali o fisiche. Le persone che vivono con disabilità fisiche o psicologiche possono affrontare più difficoltà quando cercano di entrare nel mondo del lavoro. Pertanto, è fondamentale comprendere i loro diritti e le opportunità a loro disposizione.
Prima di esaminare l'orario di lavoro per le categorie protette, esaminiamo chi fa parte di queste categorie.
Chi appartiene alle categorie protette
Le categorie protette includono:
- persone con disabilità civili con un grado di invalidità pari o superiore al 48%;
- lavoratori con disabilità derivante da incidenti sul lavoro o malattie professionali con un grado di invalidità pari o superiore al 34%;
- persone non vedenti, inclusi i ciechi assoluti o coloro che hanno una capacità visiva residua di 1/10 o inferiore in entrambi gli occhi;
- persone sorde dalla nascita o prima di aver acquisito la lingua parlata;
- invalidi di guerra (inclusi quelli civili) e invalidi del servizio militare.
Inoltre, vi rientrano, anche se non hanno una disabilità:
- orfani e coniugi superstiti di coloro che sono deceduti a causa del lavoro, guerre o servizio presso le pubbliche amministrazioni;
- orfani e coniugi superstiti dei grandi invalidi a seguito di lavoro, guerra o servizio;
- profughi italiani rimpatriati in base alla Legge 763/81.
Queste categorie protette godono di tutele specifiche a causa delle loro sfide sociali o di salute.
Orario di lavoro per invalidi civili e categorie protette: cosa dice la Legge
Quante ore può lavorare un invalido civile? Quante ore deve fare una persona che rientra in categoria protetta? La Legge non fornisce una risposta chiara a queste domande: non esistono norme specifiche che regolano l’orario di lavoro delle persone con disabilità o in una situazione di disagio o svantaggio sociale.
Come i lavoratori non appartenenti alle suddette categorie, possono quindi chiedere di lavorare part-time. Tuttavia, non sono esonerati dai turni lavorativi e dal lavoro notturno a meno che non siano incompatibili con il loro stato di salute.
Il Medico competente aziendale può valutare dunque la compatibilità dei turni e di determinati orari lavorativi con la salute del lavoratore, mentre il lavoratore può rivolgersi alla commissione competente dell’ASL per farsi dichiarare inidoneo al lavoratore notturno.
In fase di assunzione, inoltre, è possibile richiedere un contratto che consenta una certa flessibilità nell’organizzazione dell’orario lavorativo, affinché si trovi una soluzione compatibile con lo stato della persona.
I permessi previsti dalla Legge 104
Una particolare tutela di cui godono le categorie protette è contenuta nella Legge 104, che prevede speciali permessi retribuiti.
I lavoratori disabili possono usufruirne per migliorare la loro condizione psicofisica o per seguire terapie correlate alla loro disabilità.
In particolare, la legge stabilisce che i lavoratori disabili possono ottenere permessi per tre giorni al mese o permessi orari giornalieri secondo le seguenti modalità:
- due ore al giorno se la giornata lavorativa è di sei ore o più;
- un'ora al giorno se la giornata lavorativa è inferiore alle sei ore.
È importante notare che questi permessi sono retribuiti, il che significa che anche quando il dipendente è fisicamente assente dal luogo di lavoro riceverà un'indennità finanziata dall'INPS, equivalente alla sua retribuzione media.
Grazie a tale opportunità, è prevista dunque una riduzione dell’orario lavorativo per le categorie protette pari al massimo a 24 ore in un mese.
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