Tra gli incentivi per le assunzioni di cui le imprese possono beneficiare nel 2022, una percentuale importante riguarda l’assunzione di lavoratrici donne.

Per l’assunzione di lavoratrici disoccupate, l’imprenditore può usufruire di uno sgravio contributivo del 100% fino a un massimo di 6.000 euro all’anno.

Tale misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, si inserisce più in generale nelle politiche di Diversity and Inclusion e intende agevolare l’ingresso e la ricollocazione nel mondo del lavoro delle donne prive di occupazione.

Quali sono gli incentivi assunzione donne 2022?

Che cos’è l’incentivo donne? È una misura disciplinata dall’INPS, prevista (in misura minore) dal 2013. Dall’1° gennaio 2013, le imprese che assumevano donne disoccupate potevano godere di una decontribuzione del 50% per un massimo di 12 mesi (18 in caso di trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato).

La Legge di Bilancio 2021 ha poi elevato la percentuale al 100%, in via sperimentale, per rispondere alla crisi occupazionale seguita alla Pandemia da Covid-19. Sempre in via provvisoria, la Legge ha introdotto l’esonero contributivo del 50% per le imprese che operano nel settore privato, a partire dal rientro a lavoro della donna dopo la maternità obbligatoria (per 12 mesi).

L’agevolazione è riconosciuta fino al 30 giugno 2022, in caso a venire assunta sia una donna:

  • d’età superiore ai 50 anni, disoccupata da più di 12 mesi;
  • priva di impiego da almeno 6 mesi, se la sua professione appartiene a settori economici caratterizzati da una forte disparità occupazionale di genere;
  • priva di impiego da almeno 6 mesi, se residente in una delle regioni previste dai fondi strutturali dell’Unione Europea;
  • priva di occupazione da almeno 24 mesi, a prescindere dall’età.

Il primo obiettivo dell’incentivo è dunque la tutela delle donne svantaggiate, ovvero coloro che lavorano in settori con elevato Gender Gap come ad esempio:

  • industria metalmeccanica;
  • installazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche;
  • industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli stabili;
  • conduzione di veicoli;
  • costruzioni;
  • industria estrattiva;
  • forze armate.

Sono considerate donne svantaggiate anche quelle residenti nelle regioni ammissibili ai finanziamenti nell'ambito dei fondi strutturali dell'Unione Europea.

L’incentivo è valido per le assunzioni a tempo indeterminato, a tempo determinato, per la proroga di contratti a tempo determinato e per la trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

La durata è di:

  • 12 mesi in caso di contratto a termine
  • 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato (o di trasformazione).

I contratti part-time sono inclusi mentre sono esclusi i contratti di apprendistato, di lavoro intermittente/occasionale e di lavoro domestico.

Le altre agevolazioni

Oltre allo sgravio fiscale appositamente studiato per l’assunzione di donne disoccupate, esistono altri incentivi di cui può beneficiare il datore di lavoro che assume una donna.

Il Bonus Under 36 consiste in uno sgravio fiscale del 100%, fino a un massimo di 6.000 euro, per l’impresa che assume un giovane Under 36 (di qualsiasi sesso) mai precedentemente assunto a tempo indeterminato. Dal 2023, salvo modifiche, l’età massima del lavoratore/della lavoratrice salirà a 30 anni.

Se la lavoratrice è Under 35, e ha un figlio minore a carico, l’impresa ha diritto ad un Bonus una tantum di 5.000 euro. Se è titolare del Reddito di Cittadinanza all’azienda spetta invece uno sgravio contributivo massimo di 780 euro al mese.

 

 



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