Poiché i Millennials e i dipendenti della generazione Z costituiscono la maggior parte della forza lavoro odierna, le imprese devono conoscerne al meglio caratteristiche ed esigenze. Solo in questo modo potranno offrire loro ciò che cercano, fidelizzandoli e trattenendoli.

 

Millennials: chi sono

Le persone nate fra il 1981 e il 1996 sono chiamate “Millenials” (lo studio di riferimento è del Pew Research Center), questo perché sono diventati aduli proprio mentre scattava l’anno 2000, ovvero il nuovo millennio.

Un altro modo con cui vengono chiamati i nati fra l’81 e il 96 dai media, nelle ricerche di mercato e dai sociologi è: “Generazione Y”.

Si differenziano dalle generazioni precedenti perché sono nati e cresciuti durante l’avvento di Internet, e hanno dunque una familiarità innata con le tecnologie (a differenza dei e della Generazione X), ma le loro condizioni generali sono diverse.

Molti Millennials hanno cominciato a lavorare dopo la Grande Recessione del 2008, il che ha influito sul loro potenziale di guadagno e sulle loro priorità. Spesso, in cima alla lista degli obiettivi, non hanno dunque l’acquisto di una casa o la creazione di una famiglia, ma i viaggi, la tutela dell'ambiente e la volontà di contribuire al bene collettivo.

Tuttavia, è importante guardare oltre i cliché generazionali per capire come gestire al meglio i Millennials all’interno di un’azienda. Secondo un sondaggio condotto nel 2019 da Deloitte, quasi la metà di loro lascerebbe il lavoro, se ne avesse la possibilità.

Ciò di cui sembrano aver più bisogno è il coinvolgimento: il 55% degli intervistati afferma di non sentirsi coinvolto nel lavoro. Anziché lavorare solo per lo stipendio, i Millennials vogliono uno scopo. Vogliono apprezzare i loro capi, avere opportunità di crescita, ed essere guidati nello sviluppo della carriera.

 

Come attrarre e trattenere i Millennials in azienda

Attrarre i talenti giusti è ciò a cui ogni datore di lavoro mira. E, poiché i Millennials costituiscono la maggioranza dei lavoratori di oggi, è su di loro che le aziende si concentrano.

 

Comunicazione e coinvolgimento

I Millennials vogliono essere costantemente coinvolti e informati: ecco perché i datori di lavoro devono potenziare le comunicazioni interne per migliorare la produttività.

La Generazione Y comunica in tempo reale e, anche sul lavoro, si aspetta comunicazioni e feedback continui. Non solo: essendo abituati a feed personalizzati sui loro smartphone, ricercano la stessa esperienza in azienda.

 

Diversità

Il 69% dei Millennials che lavora sotto team dirigenziali diversificati descrive il suo ambiente di lavoro come motivante e coinvolgente, la percentuale scende al 43% tra i dipendenti che non percepiscono la leadership come diversificata (fonte: Deloitte Millennial Survey).

La diversità, così come l’inclusione, per la Generazione Y gioca un ruolo fondamentale. E, anche qui, la comunicazione interna è importante: affinché in azienda ci sia una valorizzazione della diversità, bisogna che tutta la forza lavoro sia allineata.

 

Flessibilità

Orari flessibili e opportunità di lavoro ibrido o da remoto sono una priorità per molti Millennials, specialmente dopo la pandemia, poiché hanno compreso l’importanza di un equilibrio maggiore tra vita professionale e vita privata. Al contempo, per la Generazione Y è importante sentirsi parte di una squadra.

Creare una cultura aziendale in cui i colleghi lavorano insieme verso un obiettivo comune, in cui tutte le voci vengono ascoltate e si alternano giornate in ufficio ad altre da remoto, è quindi la chiave vincente.

 

Crescita e carriera

I Millennials cercano opportunità di carriera che garantiscono una costante crescita e un marcato sviluppo professionale. Ecco perché apprezzano le aziende che offrono formazione continua e su richiesta, tutor e Job rotation.

Motivati e ambiziosi, molti di loro ambiscono a posizioni di leadership. Offrire ai dipendenti della Generazione Y opportunità di apprendimento continuo e la possibilità di mettersi alla prova con mansioni nuove, incoraggiarli quando vogliono assumersi un rischio e permettere loro di imparare dai fallimenti, è un’ottima strategia per fidelizzarli.

 

Non solo stipendio

Per la maggior parte dei Millennials, il lavoro non è solo uno stipendio: è piuttosto uno stile di vita. Sempre più dipendenti cercano mansioni in linea con le loro passioni, e danno ai riconoscimenti emotivi la stessa importanza di quelli economici. Questo perché vogliono sentirsi bene sul lavoro, e vogliono sentire che quello di cui si occupano crea valore per la collettività.

Se un Millennial non si sente legato all’azienda per cui lavora, e non sente di fare qualcosa di utile, molto probabilmente non resterà a lungo. E, per le imprese, il turnover lavorativo è un fenomeno da gestire.

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