L’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è disciplinato dalla Legge n.68 del 12 marzo 1999. Essa promuove l’integrazione lavorativa delle persone disabili, mediante servizi di sostegno e di collocamento mirato.

 

Il collocamento mirato dei disabili

Un concetto fondamentale, quando si parla di integrazione e disabilità, è quello di “collocamento mirato”. Con tale espressione si vanno a identificare strumenti tecnici e di supporto per il lavoratore disabile, affinché possa essere inserito nel mondo del lavoro tenendo conto delle sue capacità lavorative.

Al collocamento mirato possono accedere i lavoratori con più di 16 anni:

  • che hanno visto ridursi di oltre il 45% la loro capacità lavorativa, a seguito di un handicap intellettivo o di minorazioni fisiche o psichiche;
  • con una invalidità di lavoro superiore al 33%;
  • non vedenti o con residuo visivo inferiore a 1/10 da uno o da entrambi gli occhi;
  • sordi dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata;
  • invalidi di guerra e di servizio.

Chi appartiene a queste categorie, ed è disoccupato, può iscriversi alle liste di collocamento mirato presso la sua residenza o - in alternativa - all’elenco di un altro servizio sul territorio italiano.

A queste liste accedono le aziende che, per Legge, sono tenute ad assumere uno o più lavoratori con disabilità:

  • le aziende con oltre 50 dipendenti devono assumere lavoratori con disabilità nella misura del 7%;
  • le aziende con 36-50 dipendenti devono assumere 2 lavoratori con disabilità;
  • le aziende con 15 - 35 dipendenti devono assumere 1 lavoratore con disabilità.

Non è importante solo assumere i lavoratori nella misura prevista dalla Legge: è fondamentale anche studiare un piano per la loro integrazione.

 

Cosa si intende per inclusione dei disabili

Per inclusione si intendono le misure a sostegno dell'inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità fisiche, mentali, cognitive e/o dello sviluppo: dall’accesso tramite rampe o ascensori ai servizi igienici dedicati, passando per la comunicazione, fino ai prodotti e ai servizi specifici.

 

Progetti di inclusione lavorativa: come organizzarli

La nostra società è pensata principalmente per le individui senza disabilità: persone che possono salire e scendere le scale, vedere chiaramente, recepire comandi e così via. Tuttavia, affinché una società sia davvero inclusiva, è necessario che tenga conto dei bisogni di tutti.

Questo si applica anche al mondo del lavoro, che può essere reso più inclusivo mediante diverse iniziative.

 

Scrivere una policy di reclutamento inclusiva

Specificare nella policy di reclutamento l’attenzione all’inclusività, alla disabilità e alla lotta alla discriminazione è fondamentale: solamente così tutti i lavoratori avranno piena consapevolezza di questi valori, e i decision makers ne terranno conto nei processi decisionali.

 

Implementare la formazione contro la discriminazione

Una volta assunta una persona va integrata, l’azienda dovrebbe organizzare una formazione antidiscriminatoria, con focus sulla disabilità, obbligatoria per tutto il personale.

 

Condurre un audit sulla sicurezza

Gli audit sulla sicurezza sono fondamentali per individuare le criticità all’interno di un’azienda, così da poter mettere in atto le necessarie migliorie. A seconda della loro disabilità, le persone avranno bisogno di considerazioni specifiche: bisogna dunque identificare le aree accessibili ai disabili, e apportare modifiche strutturali alle aree che non lo sono (ad esempio inserendo una rampa per sostituire le scale, o aumentando la distanza tra le postazioni di lavoro se necessario).

 

Destinare parte del budget per nuovi arredi, hardware e software

Per assumere una persona ipovedente sono sufficienti uno schermo più grande e un software di riconoscimento vocale, mentre per i dipendenti sordi vanno bene le postazioni di lavoro standard: semplicemente, comunicheranno internamente ed esternamente tramite chat ed e-mail. Un dipendente che usa una sedia a rotelle potrebbe invece aver bisogno di una scrivania più alta o più bassa, e di maggiore spazio intorno a sé.

 

Adottare il blind recruitment

Il blind recruitment aiuta a eliminare i pregiudizi di assunzione ed è particolarmente utile per il reclutamento dei disabili. Questa tecnica di selezione consiste nel non prendere in considerazione la sezione nel CV dove vengono descritte le caratteristiche personali e concentrandosi solo sulle caratteristiche professionali.

 

Assicurare parità retributiva e benefici

Contro la discriminazione dei disabili sul lavoro, è necessario garantire al lavoratore con disabilità la retribuzione e i benefit di cui hanno diritto i suoi parigrado.

 

Preparare il team di lavoro in anticipo

Una volta che la persona con disabilità è stata assunta, il team con cui lavorerà deve essere informato della sua disabilità. Non si tratta di discriminazione, ma di preparazione, per un luogo di lavoro più sereno e inclusivo.

 

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