Energy Manager, un lavoro all’insegna del risparmio energetico

L’Energy Manager torna di moda come figura indispensabile per il funzionamento e lo sviluppo delle aziende. Professione nata in seguito alla crisi petrolifera del ’73, quando il mondo si è trovato a dover affrontare un’improvvisa diminuzione del flusso di petrolio proveniente dalle Nazioni Opec, si è ridefinita con l’introduzione di specifiche normative di riferimento. In particolare, è stata la Legge n. 10/1991 a rendere obbligatoria la nomina di un Energy Manager all’interno di aziende con consumi superiori ai 10.000 TEP* all’anno.

Chi è  l’Energy Manager e cosa fa?

L’Energy Manager inizialmente non ha avuto dirette responsabilità gestionali, ma ha assunto un ruolo di consulenza interna nell’area in cui viene collocato. Il suo punto di forza infatti non è tanto la competenza tecnica (che resta comunque necessaria) e professionale, quanto la capacità di dialogo con la struttura operativa e l’Alta Direzione con l’obiettivo primo di dar vita a una reale politica aziendale di conservazione dell’energia. La figura professionale in questione, quindi, fa da supporto a colui che prende decisioni riguardo il miglior utilizzo dell’energia nella struttura di sua competenza, e precisamente alla validità tecnica ed economica delle opportunità di intervento individuate. In particolare, le sue mission della giornata sono:

1.Individuazione delle azioni, degli interventi, delle procedure necessarie per promuovere l’uso razionale dell’energia;

2.Predisposizione dei bilanci energetici in relazione ai parametri economici e agli usi energetici finali;

3.Predisposizione di dati energetici eventualmente richiesti da legge;

4.Redazione del piano di investimenti, a seguito dell’individuazione di specifici obiettivi di risparmio energetico;

5.Monitoraggio della realizzazione operativa degli interventi di razionalizzazione.

Quali sono le competenze e i requisiti per lavorare come Energy Manager?

Per diventare un Energy Manager di successo, bisogna aver ben presente i processi di produzione dei beni e dei servizi e allo stesso tempo dimostrare di avere un’approfondita conoscenza delle tecnologie idonee a conseguire un uso razionale dell’energia. La figura professionale in questione si deve quotidianamente interfacciare con diverse funzioni aziendali per acquisire informazioni sull’andamento effettivo dei fabbisogni energetici dei processi aziendali. Dopodiché, si avvia lo sviluppo di progetti di investimento da presentare alla Direzione insieme a una adeguata valutazione del loro ritorno economico. Perciò l’Energy Manager deve avere un buon bagaglio di competenze tecniche, comprese quelle IT; ottima conoscenza del mercato energetico; capacità di valutazione economica; dimestichezza con la contrattualistica e conoscenze di organizzazione aziendale.

Qual è la personalità dell’Energy Manager?

Dato che l’Energy Manager deve spesso confrontarsi con persone non tecniche, sia sul fronte dei decisori aziendali, sia su quello dei colleghi occupati in altre mansioni, è richiesta una buona capacità comunicativa e in particolare il saper esporre in termini semplici i concetti tecnici. Deve necessariamente essere una “persona alla mano” in grado di confrontarsi con operatori dei più svariati settori: da chi acquista elettricità e altri combustibili a chi si occupa della manutenzione dei sistemi, chi progetta gli edifici e gli impianti, chi scrive le specifiche delle gare, gli uffici legali, e così via. Deve avere il “polso fermo” per far valere la sua strategia energetica ai piani alti, ma deve anche saper lavorare all’interno di un team aziendale. È una personalità dinamica e intraprendente, in costante aggiornamento.

Quanto guadagna un Energy Manager?

Secondo quanto riportato dal FIRE, in media l’Energy Manager guadagna annualmente dai 30.000 ai 60.000 euro, in base agli anni di esperienza. Nel campo dei green job si arriva a guadagnare anche 90.000 euro annui. Seppure in Italia questa figura professionale fatica a raggiungere il posto da dirigente, chi ce l’ha fatta oggi racimola nel proprio conto in banca dai 100.000 ai 150.000 euro.

 



* TEP è l’acronimo di “tonnellate equivalenti di petrolio” e rappresenta la quantità di energia che viene rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo; il suo valore è pari a circa 42 GJ.