Cosa fa un ingegnere di processo? Lavoro e competenze chiave

L’ingegnere di processo, spesso indicato anche come “Process Engineer” è il professionista che si occupa di progettare, monitorare e implementare i processi aziendali e produttivi.

Sebbene i suoi compiti possano variare a seconda dell’azienda presso la quale è assunto, la sua principale responsabilità riguarda l’ottimizzazione e la supervisione dei processi legati al prodotto/servizio finale. Il suo contributo fluidifica le diverse fasi ed è strettamente connesso all’efficienza dei processi.

Si tratta inoltre di una professione che spesso collabora con un’altra figura: quella del Digital Transition Manager, ovvero il professionista che ha il compito di portare aziende (ma anche la pubblica amministrazione) nell’era digitale.

Ingegnere di processo: cosa fa

Progetta, supervisiona, valuta e implementa i processi che portano alla realizzazione di un prodotto o alla fornitura di un servizio. Il suo obiettivo è creare sistemi che facciano il miglior uso di lavoratori, macchine, materiali, informazioni, ecc..

Gli ingegneri di processo trascorrono la maggior parte del loro tempo in ufficio o presso l’azienda dove operata, negli impianti industriali e in altri siti di produzione su larga scala. I settori in cui più spesso trovano impiego sono:

  • alimentare e caseario;
  • chimico;
  • petrolchimico;
  • cosmetico;
  • farmaceutico e biofarmaceutico.

Tuttavia, possono anche essere assunti presso stabilimenti per la produzione di birra e whisky, ad esempio, essere coinvolti nelle lavorazioni agricole e minerarie o lavorare come liberi professionisti fornendo consulenza ingegneristica in diversi settori e categorie merceologiche.

In sintesi, possiamo dire che quelle che seguono sono le attività che più spesso si trova a svolgere:

  • progetta e sviluppa processi produttivi;
  • si assicura che i processi produttivi rispettino le norme in vigore;
  • modifica e ottimizza apparecchiature e processi già in atto;
  • utilizza software di simulazione nello sviluppo di nuovi processi;
  • monitora i processi, effettuando analisi e test per misurare la loro efficienza;
  • assiste i tecnici nella risoluzione dei problemi;
  • progetta e installa nuove apparecchiature;
  • effettua valutazioni del rischio relative alle apparecchiature e ai processi utilizzati (dalla sicurezza del personale all’impatto ambientale);
  • redige report;
  • collabora alla definizione dei budget relativi ai processi produttivi.

Come diventare un ingegnere di processo?

Per lavorare come ingegnere di processo è necessario avere una laurea in Ingegneria meccanica, Ingegneria chimica o Ingegneria dei Materiali, preferibilmente con specializzazione in Ingegneria dei processi industriali.

Per poter intraprendere la professione, infatti, è necessario possedere precise competenze tecniche, conoscere i processi produttivi e le tecnologie di produzione, saper utilizzare i software CAD-CAM e i simulatori di processo, essere in grado di realizzare layout di processo e redigere documenti tecnici.

Altrettanto importanti sono le Soft Skills, tra cui il pensiero critico, le capacità comunicative, il ragionamento visuale-spaziale, la capacità di gestire le persone e di lavorare sotto stress.

Quanto guadagna un ingegnere di processo?

Lo stipendio di un ingegnere di processo, in Italia, è di circa 35.000 euro l’anno: gli entry-level percepiscono in media 31.000 euro, i professionisti con esperienza possono avvicinarsi ai 44.000 euro.

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