Ecco il Plant Manager, l’occhio vigile delle fabbriche 2.0

Nell’era del digitale, dove tutto si muove sul web a ritmi velocissimi, restano ancora professioni coi piedi ben piantati per terra e che necessitano di una certa dote di osservazione attenta e precisa.  È il caso del Plant Manager o Responsabile di Stabilimento, figura ormai in pieno sviluppo anche in Italia, che ha come mission giornaliera il funzionamento degli stabilimenti aziendali e il sostegno dei suoi lavoratori.

Cosa fa il Plant Manager? Mansioni e ruolo

In Italia lo chiamano Responsabile di Stabilimento, Capo Progetto o Manager di Prodotto. Tante diciture per riferirsi a una persona sola: il Plant Manager è colui che presiede e organizza le operazioni quotidiane degli impianti di produzione aziendali, di cui deve assicurare il funzionamento ottimale ed efficiente. Si occupa dei lavoratori, assegnando funzioni e ruoli, definendo orari di lavoro e produzione, formando i neo assunti. Raccoglie e analizza i dati di produzione per trovare eventuali spazi di miglioramento; si occupa della sicurezza dei lavoratori e quella degli impianti; monitora le apparecchiature di produzione e, in caso di necessità, della loro riparazione o sostituzione.

Quali competenze deve avere?

Chi vuole diventare un Plant Manager, deve avere nel cassetto almeno una Laurea triennale in Ingegneria Industriale, Gestione Aziendale et simili. Alcuni lavoratori con anni di esperienza in fabbrica possono anche frequentare dei corsi di formazione appositamente realizzati per raggiungere la postazione di Plant Manager.  Ma se si tratta di stabilimenti molto grandi, bisogna fare un salto più in alto e conseguire un Master in Gestione Aziendale. Inoltre, queste figure professionali passano molti mesi ad esercitarsi con l’azienda di cui fanno parte per capire appieno i processi e le dinamiche interne dello stabilimento.

Che tipo di persona è?

Il Plant Manager è senza dubbio una persona molto precisa, ordinata e meticolosa. Ma soprattutto paziente! Questo perché il Responsabile di Stabilimento spende buona parte del suo tempo camminando avanti e indietro lungo i corridoi della fabbrica per vedere se tutto procede come stabilito o se al contrario c’è qualcosa che non va: ad esempio controlla se i lavoratori indossano i dispositivi di protezione, o se lo stesso luogo in cui operano è posto in sicurezza. È quindi una persona dotata di una certa responsabilità. Tra le altre doti che deve avere ci sono:

1.Capacità Interpersonali: il Plant Manager deve essere in grado di parlare francamente con i dipendenti della fabbrica, i manager e i capi dirigenziali, facendo emergere ciò che funziona e ciò che invece è da rivedere.

2.Leadership: questa figura professionale deve saper motivare i lavoratori nel portare a termine le operazioni in maniera regolare, senza ostacoli.

3.Problem Solving: il Plant Manager deve saper prendere decisioni in modo veloce per risolvere un qualsiasi problema, come ad esempio identificare dei difetti nella catena di produzione.

4.Time Management: chi vuol diventare Plant Manager deve far fronte a scadenze e date di spedizione, monitorando le tempistiche in modo preciso e ordinato.

Lo stipendio del Plant Manager

Secondo gli esperti di PayScale, il Plant Manager è tra le professioni del futuro più retribuite ad oggi, con una media che gira tra gli 80 mila e i 100 mila euro all’anno. Tra le figure più conosciute c’è Katrin Reinecke, prima donna a ricoprire il ruolo di Plant Manager e oggi presidente di ContiLifeCycle in Hannover.